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Primi commenti sulla legge proporzionale

Le inutili elezioni di Nania

Il capogruppo di An: “senza preferenze si limiterà la corruzione”. La cancelleremo togliendo il diritto di voto?

di Alessandro D'Amato - 12 ottobre 2005

Domenico Nania, presidente dei senatori di An, spiega al popolo la riforma elettorale prossima ventura: “Il proporzionale proposto dalla Cdl è molto diverso da quello che vigeva nella prima Repubblica. Allora vigeva la delega in bianco al candidato che chiedeva il voto per sé senza alcun impegno su come lo avrebbe usato in Parlamento. Il nuovo sistema non prevede le preferenze, che sono sempre state fonte di corruzione”.

Secondo Nania quindi il nuovo proporzionale made by Polo delle libertà supererebbe il divieto di mandato imperativo. Peccato che ci sia un articolo della Costituzione (l’articolo 67) che dispone che “ogni membro del parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”, ossia riceve un mandato generale da parte del corpo elettorale, che non è revocabile né dall'ambito territoriale che l'ha eletto, né da parte del partito di affiliazione.

Però questi sono dettagli. La cosa più significativa dell’intervento di Nania è l’eliminazione delle preferenze, che generano per la loro stessa esistenza la corruzione. Il sistema delle cinque preferenze venne abrogato da un referendum nel 1991. Il Parlamento successivamente eletto, forse qualcuno l’ha dimenticato, fu quello di Tangentopoli…

Ma soprattutto: visto che si tolgono le preferenze allo scopo di eliminare la corruzione, perché non semplifichiamo il tutto eliminando direttamente le elezioni? Si risparmierebbero tanti soldi e tutti quegli impicci burocratici derivanti dalla “volontà popolare”. E’ una soluzione praticabile. “Si può fa-re!”, come dice il dottor Frankenstein nel film di Mel Brooks. Visto come sta andando finora il percorso di riforma, potrebbero davvero bastare poche e semplici modifiche…

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Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.