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Qualcuno include anche la procura di Milano

L'anomala RossiBank

Tutti i soggetti coinvolti nelle opa Bnl e AntonVeneta hanno un unico consulente...

di Davide Giacalone - 06 febbraio 2006

I francesi di Bnp Paribas acquistano la quota Bnl posseduta da Unipol e dai suoi alleati, così facendo soffiano la banca agli spagnoli del Bbva e chiuderanno con un’opa l’operazione. Visto che l’epilogo sarà un’offerta pubblica, e visto che è da considerarsi del tutto naufragata l’operazione pensata da Consorte, i giornali italiani sembrano voler festeggiare il ritorno alle sacre regole del mercato ed alla gioia collettiva non si sottraggono esponenti di punta di questa parte e quell’altra. La qual cosa mi lascia perplesso, intanto perché su queste faccende c’è stato uno scontro durissimo, possibile che tutto sia svanito? poi perché i tre protagonisti di questa faccenda sono tutti in relazione con lo stesso avvocato, Guido Rossi, e la cosa non mi sembra per niente normale.

Rossi è certamente persona di primo livello, si muove con assoluta competenza, tende a dare anziché prendere lezioni di correttezza. Ma questa faccenda non rientra tra quelle che brillano per trasparenza.

Bnl era nel mirino di Unipol, il cui leader, Giovanni Consorte, se la faceva con Gnutti e Fiorani. I tre intrattenevano rapporti regolari con il segretario dei Ds e godevano della consistente copertura di D’Alema. Avevano, infine, quanto meno la non belligeranza del presidente del Consiglio. Erano in una botte di ferro. Le daghe metalliche, però, si sono arrugginite quando sono cominciate a salire le acque di un’inchiesta penale le cui prime mosse sono consistite nella pubblicazione delle intercettazioni fra Fiorani e Fazio (difensore ad oltranza dell’italianità delle banche) e fra Consorte e Fassino. Che tutti lor signori fossero meritevoli d’essere indagati, non c’è dubbio. Semmai non solo loro. Che quelle pubblicazioni fossero regolari, invece, no. Non lo erano affatto e lo scrissi immediatamente, pur non condividendo nulla della politica da loro seguita.

Fin dall’inizio corse voce che a far da “consulente” (fra virgolette, perché la legge non prevede suggeritori occulti) della procura vi fosse l’avvocato Guido Rossi, che aveva più di una ragione per non essere benevolo verso l’insieme dei concertanti e dei loro protettori, e che, comunque, come era suo diritto e civico dovere, aveva presentato la denuncia all’origine della frana. Nessuno ha mai voluto spendere una parola di smentita, anche un solo, generico: ma vi pare!

Fatto è, appunto, che l’inchiesta impallina Consorte, e, separatamente, Fazio. A quel punto, come previsto, la Banca d’Italia cambia indirizzo ed Unipol abbassa la cresta. A festeggiare ci sono gli spagnoli del Bbva, che quando lanciarono un’opa su Bnl si sentirono spernacchiare dal mercato. Per festeggiare adeguatamente gli iberici si misero nelle mani di Rossi, o, almeno, così si lesse su tutti i giornali, salvo poi, a partita chiusa, come se fosse una quisquiglia, lo stesso avvocato far finta di ridere di quanti ci avevano creduto. Rossi, del resto, già gestiva le sorti di Abn Ambro, vincitrice della partita in Antonveneta, sempre grazie all’intervento della medesima procura della Repubblica.

I nuovi dirigenti di Unipol mangiano la foglia, e capiscono che se non vogliono vedersi appassire in mano il pacchetto di azioni Bnl devono uscire dall’inerzia, senza con questo scatenare una reazione giudiziaria. Buttano a mare il reprobo Consorte (la cui condotta era la sola al mondo che avrebbe potuto portarli ad avere una banca) e si affidano a … Guido Rossi. Ed ora arriva la notizia che quelle azioni finiscono a Bnp Paribas, i cui interessi sono curati da … Guido Rossi. Riassumendo: Rossi consulente di Unipol trasforma la zavorra di una scalata fallita in denaro contante, con aggiunta di un nuovo ramo assicurativo; Rossi amico di Bbva consente agli spagnoli di tornarsene a casa con una plusvalenza di 600 milioni di euro; Rossi consulente di Bnp consegna ai francesi la banca per la quale gli italiani si sono macellati sulla pubblica piazza. Il tutto condito da un signorile pranzo offerto a D’Alema, una lezione sul conflitto d’interessi, e le strizzatine d’occhio a chi continua a vederlo dietro le azioni, e le pause riflessive, dei pubblici ministeri.

È bellissimo, ma niente affatto trasparente.

www.davidegiacalone.it

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