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La “porcata” delle schede elettorali

Il rimedio c’è. Basta (rat)toppare

A pochi giorni dalle elezioni la soluzione si può ravvisare nella modifica del regolamento

di Davide Giacalone - 08 aprile 2008

La faccenda delle schede elettorali sta divenendo grottesca e pericolosa. Graficamente sono una porcheria, e se non fosse stato sollevato il problema io stesso avrei potuto votare una coalizione, comprendendo nella croce due simboli e, pertanto, rendendo nullo il mio voto. A sei giorni dalle elezioni la soluzione sta nella modifica immediata del regolamento, quindi delle indicazioni agli scrutatori: in caso di croce sovrapposta a simboli coalizzati (ce ne sono solo due) il voto è valido e concorre all’assegnazione del premio di maggioranza, mentre non viene computato fra quelli alle singole liste, destinati alla ripartizione interna dei seggi.

Questa è la pezza, senza illudersi che possa coprire tutte le schifezze. Quelle, ad esempio, che si stanno ripetendo con il voto degli italiani all’estero, dove il broglio è la regola. Non c’è nessuna regolarità e nessuno può assicurarla. Quella roba va azzerata. Mentre la legge nazionale, oggi comoda per entrambe le coalizioni, è l’ultima volta che si usa. A meno che, pazzescamente, non si voglia tornare a votare fra un anno, perché si sarà stati incapaci di riformarla e si vorrà nuovamente evitare i referendum. Per questo turno ho un’osservazione ed un suggerimento.

Adesso che il fac-simile è stato pubblicato da tutti, abbiamo potuto valutare la povertà dell’offerta. C’è archeologia dell’orrore, con due falce e martello. Ci sono due o tre vecchie glorie, sopravvissute al solo scopo di disonorare i padri. C’è una sinistra alleata con un pessimo demagogo d’estrema destra. C’è un centro destra che torna alla doppia coalizione. C’è tanta fuffa inutile e fantasiosa. In tutto questo c’è poco di quel che si trova in Inghilterra, Francia, Germania o Spagna e c’è quasi niente di quel che si troverà in futuro. Giacché tutto si regge, come al solito, sulla gara di una sola persona: Berlusconi.

Ci hanno insegnato che il voto è un diritto, cui non si rinuncia. Per questo andrò a votare. Politicamente continuo a credere sia utile far perdere questa sinistra, e l’alleanza con Di Pietro mi toglie ogni residuo dubbio. Ricevo molti messaggi di chi vuol protestare. A loro dico che l’astensione non serve e che la scheda bianca è pericolosa, perché ve la votano. Se proprio non riuscite ad esprimere un consenso, annullatela in modo evidente.

Pubblicato su Libero si martesdì 8 aprile

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