L'eterno Kissinger
Da Mao a Xi: il Segretario di Stato USA ancora protagonista dell’ordine globale
di Alessandro Strozzi - 02 dicembre 2019
Venerdì 22 il presidente Xi Jinping ha incontrato l'ex segretario di Stato americano Henry Kissinger, esprimendo la speranza che l’eminenza grigia statunitense possa godere ancora di molti anni in piena salute e che continui ad essere un grande promotore e mediatore delle relazioni sino americane. La visita di Kissinger anticipa l’incontro programmato tra Xi e Donald Trump che dovrebbe svolgersi ai margini del vertice G20 in Argentina alla fine di novembre. Xi ha apprezzato gli sforzi positivi in cui Kissinger si è profuso lungo tutta la sua brillante carriera, affermando che sarà sicuramente ricordato per il suo importante contributo nella storia globale. Come dargli torto.
Decenni fa, Kissinger, con grande intuizione di statista e stratega, profondo conoscitore della storia e formidabile analista della cultura cinese, ha lavorato come superbo mediatore alla realizzazione del memorabile incontro tra Richard Nixon e Mao Zedong nel 1972, che ha aperto la strada a legami diplomatici formali tra Cina e Stati Uniti, nonostante le loro grandi differenze. Ad oggi, questa lungimiranza geopolitica continua a esercitare una grande influenza sui due paesi e sul mondo. Di fatti il Presidente Xi, per il tramite di una figura come quella del vecchio diplomatico di origini prussiane, invita i due paesi a migliorare la comunicazione su questioni strategiche, evitare incomprensioni e giudizi errati. Kissinger ha dichiarato di aver visitato la Cina per quasi 100 volte negli ultimi 50 anni e di aver assistito agli enormi cambiamenti che hanno avuto luogo nel paese e che nello stesso periodo le relazioni bilaterali hanno subito fluttuazioni, ma la direzione generale è sempre andata verso la giusta direzione. Purtroppo però il mondo di oggi è cambiato molto e le due parti hanno necessariamente bisogno riscoprire l’importanza di un dialogo consapevole, lavorare per trovare modi per risolvere adeguatamente le differenze ed espandere gli scambi e la cooperazione, di vitale importanza per la stabilità del mondo intero. Altrimenti tutto potrebbe volgere al peggio.
La tensione è onnipresente. Il presidente cinese ha inteso sottolineare che Washington deve rispettare il percorso di sviluppo e gli interessi che la Cina intende porta avanti. La discussione tra Xi e Kissinger a Pechino è stata forse l’ultima grande apertura offerta dal dragone per ridurre l'attrito tra le due nazioni, mesi dopo l’inizio della “seconda guerra fredda”, commerciale a colpi di dazi, e in mezzo allo scontro sul Mar Cinese Meridionale, Taiwan e la crisi di Hong Kong. Ma oramai le tensioni si sono estese oltre il commercio e il Mar Cinese Meridionale, con Washington che ha accusato Pechino di infiltrarsi nei suoi affari interni e di fare continuamente un uso spregiudicato dello strumento dello spionaggio industriale.
Insomma, Pechino desidera ascoltare i consigli di Kissinger su come evitare ulteriori tensioni crescenti, ma non è chiaro in che modo il diplomatico veterano possa influenzare la politica cinese dell'amministrazione Trump. La guerra commerciale USA-Cina non riguarda solo il commercio ed è per questo che Trump e Xi molto probabilmente non la risolveranno al G20. Inoltre Kissinger non è al centro del circolo di potere di Trump ed è da molti è considerato una figura controversa per la sua società, la Kissinger Associates, le cui consulenze, sempre coperte da un fitto alone di mistero, si estendono anche al territorio cinese. Questi fattori non gioco a favore del lavoro di fino che dovrà fare l’ex segretario di stato.
Xi ha definito Kissinger “un vecchio amico del popolo cinese” che ha fornito un aiuto storico sia a Cina che Stati Uniti. la Cina non dimenticherà mai il suo operato. Tradizionalmente, solo gli stranieri che hanno mostrato un forte sostegno, in particolare ideologico, sono stati considerati degni di essere chiamati con il celebrativo titolo di “vecchi amici del popolo cinese”. Eppure Kissinger è stato inserita nella lista dei vecchi amici da molto tempo. Per decenni, è stato considerato da Pechino come un supremo guru della politica cinese negli Stati Uniti. Ancora più importante, Kissinger è famoso per la sua prospettiva realista in politica estera, una scuola di pensiero che crede nell'ordine e nel proiezione attiva di potenza, piuttosto che nell’ideologia e nella pressione su questioni morali, come strumenti di interpretazione e indirizzo delle relazioni internazionali. La maggior parte dei politici cinesi sposa pedissequamente un dura politica che potrebbe ricordare la Realpolitik di matrice bismarkiana; pertanto Kissinger, grazie a questa convergenza di visioni, è percepito tuttora da molti politici cinesi come un americano affidabile con cui possono interloquire nel vero senso della parola, rispetto a coloro che si ispirano a diverse scuole di pensiero che da almeno un decennio orientano l’operato di Washington.
Leggendo tra le righe è palese che Xi abbia chiesto a Kissinger di riportare il messaggio a Trump che la Cina è disposta a raggiungere un accordo, anche a costo di un sacrificio degli interessi commerciali del paese, purché gli Stati Uniti non tocchino le questioni fondamentali e più sensibili che potrebbero danneggiare il regime cinese: Taiwan, Hong Kong e il rispetto dei diritti umani fondamentali. Staremo a vedere se il veterano Kissinger, che a venticinque anni sapeva destreggiarsi sul significato della storia argomentando su Kant, Hegel e Spengler, potrà ancora una volta riallineare gli equilibri mondiali. Una cosa è certa: ancora a 96 anni, quest’uomo viene ricevuto a Pechino con gli stessi onori riservati ad un capo di stato, ma senza avere alcun incarico ufficiale. Di Heinz Alfred Kissinger ne nasce uno ogni cento anni, speriamo che presto qualcun altro possa prendere un testimone di questo calibro, in un mondo che si rivela sempre più barcollante. Viva la pax americana, o meglio, la pax kissingeriana.
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
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