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  • 20190428 - Il governo della realtà distorta

Welfare e numeri sbagliati

Il governo della realtà distorta

I risultati di reddito e Quota 100 basati solo sull'immaginazione politica

di Enrico Cisnetto - 28 aprile 2019

Quando la realtà (sociale) supera, al ribasso, la fantasia (politica). Come già era accaduto nel passato per altri interventi di welfare, anche per reddito di cittadinanza e “quota 100” previdenziale l’immaginazione governativa ha previsto un volume di adesione che la realtà si sta incaricando di ridimensionare. Fortemente.

Quando il vicepremier Di Maio aveva enfaticamente annunciato che con la nuova forma di reddito garantito l’Italia avrebbe debellato la povertà, si era parlato di stampare 5-6 milioni “carte di cittadinanza”, perché quello è il numero stimato dall’Istat di persone che vivono sotto la soglia che indica lo stato di indigenza. Poi era stato detto che inizialmente ne sarebbero state prodotte 3 milioni. Ora sappiamo dall’Inps che non arrivano a un milione (per l’esattezza sono 946.569) le domande presentate fino ad oggi. Viceversa, sappiamo che sono arrivate a quasi 17 mila le candidature per un posto di navigator, la funzione – resa mitica dalla propaganda – di selezione e tutoraggio delle richieste di lavoro collegate al reddito di cittadinanza. E quel numero supera di oltre cinque volte quello dei posti effettivamente posti a bando. Ergo, da tutto ciò si possono trarre alcune conclusioni. La prima: come sostiene lo stesso neo presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, il reddito di cittadinanza serve più a sottrarre persone alla povertà che a collocarle al lavoro. La seconda: ma se la reale platea di riferimento della misura voluta dai 5stelle sono i poveri e non i disoccupati, come si spiega la differenza di uno a cinque tra il livello di adesione al sussidio e la platea stimata di poveri? E se la cifra monstre di 5 milioni di poveri è stata una delle maggiori leve di raccolta di consenso elettorale del populismo nostrano, usata come clava mediatica contro “quelli di prima”, ora che il gioco è scoperto, cosa succederà? Terza e ultima considerazione: se reddito di cittadinanza serve poco o nulla a cercare lavoro, che senso ha creare l’esercito dei navigator? Forse che siano quelli gli unici posti di lavoro che si creeranno?

Anche l’intervento ani-Fornero ha lo stesso difetto, l’errore di valutazione circa la dimensione della platea potenzialmente interessata alla possibilità di andare in pensione anzitempo. Qui è la Cgil a dare i numeri veri: le uscite anticipate sono 128 mila contro le 290 mila stimate dal governo, meno della metà (il 44% per l’esattezza). Se poi si considerano i prossimi due anni, si arriverà ad un totale 325 mila richieste, cioè un terzo delle 973 mila stimate. La conseguenza positiva è che dei 21 miliardi stanziati in bilancio per “quota 100”, oltre 7 saranno risparmiati, creando un discreto tesoretto per la prossima manovra. Ma ancora una volta risulterà che si sono clamorosamente sbagliati i calcoli.

Come può accadere? Semplice: la classe politica non conosce la realtà, non approfondisce e non studia. Altrimenti saprebbe, per esempio, che oggi 1 italiano su 5 ha più di 65 anni e che nel 2035 saranno 3. E capirebbe, di conseguenza, che l’intero sistema di welfare non potrà che uscirne radicalmente trasformato. Invece ci si ferma ai “si dice”, si fa politica con gli slogan e si trasformano le parole d’ordine in leggi. E pensare che quella del governo del cambiamento doveva essere la manovra del rilancio dell’economia… (twitter @ecisnetto)

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Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.