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Piazze e scenari

Aspettando il Partito del Pil

La bomba politica settentrionale sta per esplodere

di Enrico Cisnetto - 30 novembre 2018

Pubblicato su Quotidiano Nazionale venerdì 30 novembre 2018

Con l’infittirsi del calendario delle manifestazioni di protesta (e di proposta) del cosiddetto “partito del pil”, è sempre più evidente che una bomba politica, la “questione settentrionale”, è pronta ad esplodere nel paese, e in faccia al governo. Da un lato, la piazza dei quarantamila pro Tav a Torino ha promosso l’emersione di quei fiumi carsici che sono i movimenti civici già presenti o pronti a formarsi in diverse città e ha sdoganato il “partito di Sì alle infrastrutture”, fatto di italiani finalmente disposti a dismettere i panni di “maggioranza silente e distratta” per sfidare quel “partito del No” che la piazza mediatica, con un’illusione ottica, ha convertito da minoranza a maggioranza solo perché rumorosa. Dall’altro, le manifestazioni, sempre più numerose, degli interessi organizzati: da Torino a Verona passando per Milano, da Confindustria a Confartigianato a tanti altri, che reclamano una politica economica davvero per la crescita e una modernizzazione infrastrutturale priva di tabù ideologici. Un “vento del Nord” che non fa sconti al governo – nemmeno alla Lega – e che pone con forza il tema di “ricette diverse” a seconda dei territori senza per questo scadere in un velleitario federalismo separatista, come ha fatto il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi, precursore di un cambiamento radicale della linea (per troppo tempo acquiescente) di Confindustria. Anche perché il Nord delle medie imprese innovative e delle multinazionali tascabili ha tenuto in piedi l’intero Paese, e ora rischia di fermarsi per colpa di una politica finita in mano a dilettanti.

Piazze, manifestazioni, eventi, prese di posizione, creazione di comitati: tutte espressioni della società civile e delle forze economiche che

offrono l’immagine di un’Italia fatta di gente educata e competente, che lavora, produce, crea ricchezza, che chiede modernità ed efficienza essendo disposta, in cambio, a sottoporsi al rigore e alla selezione meritocratica. È l’Italia che ha fatto grande l’Italia, e che ora, di fronte al declino che si fa decadenza, reagisce. E lo fa senza lasciarsi andare alle pulsioni populiste o alle tentazioni sovraniste, ma semmai guardando all’Europa.

Si dice: ma sono istanze prive di rappresentanza politica, e quindi senza sbocco. Osservazione in qualche misura fondata, ma ribaltabile. Perché o quel che rimane delle forze ex di governo, per ora prive della capacità di fare vera opposizione, sapranno raccogliere questo disagio, oppure saranno le stesse forme civiche spontanee a darsi concretezza politica. Cioè a dar vita a quel “partito che non c’è” che manca, maledettamente, alla politica italiana. (twitter @ecisnetto)

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Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.