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Pubblicato su Avvenire, venerdì 10 febbraio

Decreto (non) in buca

Il blitz (fallito) della lobby del golf sul decreto legge 'salva banche' Non si tratta solo di malcostume

di Giuseppe Pennisi - 10 febbraio 2017

La finanza internazionale non lesina preoccupazioni nei confronti dell’Italia. Lo spread aumenta non solo per determinanti macro- economiche che vengono da lontano (alto debito pubblico, produttività raso terra) o che sono emerse recentemente (terremoto, immigrazione).

Ci sono episodi di malcostume i quali destano l’attenzione degli stranieri più di quella degli italiani. L’ultimo è il goffo tentativo della lobby italiana del golf (circa 150.000 persone, in gran parte a reddito alto) di inserire, nella conversione del decreto legge chiamato 'salva banche', un sussidio di 97 milioni di euro per la Ryder Cup, una competizione prevista in Italia nel 2022. Si è trattato di un mero tentativo perché bloccato dal Presidente del Senato, il quale ha giudicato «inammissibile » l’emendamento quale approvato dalla Commissione Finanze quanto estraneo alla natura del provvedimento 'bancario'.

La gravità della vicenda è stata sottolineata dal Wall Street Journal dell’8 febbraio, suscitando stupore in quel mondo finanziario americano che pur ne ha viste di cotte e di crude. Non si tratta solamente di un ennesimo caso di malcostume ma di come senza un’adeguata normativa sulla trasparenza e sulle lobby (anche a favore delle finalità più che legittime) c’è il rischio che interessi particolaristici, di scarso rilievo per la collettiva, si approprino per loro scopi di parte, di misure , che possono essere discutibili nel merito di alcuni aspetti, ma che,tuttavia, riguardano l’intera collettività nazionale. Ad aggravare il caso, nella stessa sessione della Commissione Finanze del Senato in cui veniva incluso il regalone ai golfisti per la Ryder’s Cup, veniva bocciato un emendamento in base al quale si sarebbe dovuto rendere pubblici i nomi dei debitori insolventi dato che sono una tra le principali determinanti della ragione per cui si chiede alla popolazione italiane nel suo complesso di contribuire 120 euro a testa per tentare di risanare il settore.

Episodi del genere contribuiscono a fare sì che l’Italia sia tra gli ultimi posti nelle classifiche di Transparency Inter-nazionale. Le imprese e gli investimenti scappano. Un giurista americano sostiene, ironicamente, che i 60 milioni dovrebbero chiedere il risarcimento per i danni arrecati dall’azione di un gruppetto di golfisti, anche se il tentativo non andato in porto. Infatti quello di immagine c’è stato.

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