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  • 20160127 - La superiorità di chi abdica

Nudi delle statue coperti per il presidente iraniano

La superiorità di chi abdica

La copertura delle statue non è affatto un'umiliazione. Anzi, denota un’autentica superiorità culturale

di Giorgio Cavagnaro - 27 gennaio 2016

C’era da aspettarselo: l’italietta imbaldanzita dalla martellante propaganda leghista ha reagito in maggioranza con sdegno all’occultamento di alcune statue “nude” all’interno del Musei Capitolini, in occasione dello storico tour europeo del presidente iraniano Rohani.

Non so di chi sia stata l’idea e quali fossero gli intenti e le motivazioni: semplice rispetto religioso nei confronti dell’ospite? Un occhio di riguardo particolare riservato al potente premier mediorientale?

Visto il volume di affari potenzialmente interessato dall’intesa euro-iraniana immediatamente seguita alla distensione voluta da Obama, si è più che autorizzati a pensarlo. Come d’altronde sarebbe sciocco trascurare il peso decisivo che una potenza come la vecchia Persia può mettere in campo nella lotta, da molti definita addirittura “terza guerra mondiale”, contro il terrorismo islamico fondamentalista.

Tra Italia e Iran si parla di un giro di affari valutabile intorno ai 17 miliardi di euro, cifra già difficile da inquadrare tutta insieme, figuriamoci correlata a un robusto aumento della voce “entrate” per le casse di uno stato come il nostro, stremato dalla più lunga e grave crisi economica del dopoguerra.

In Confindustria, si sa, son gente pratica. Chissà cosa deve aver pensato il presidente Squinzi leggendo i giornali di oggi, pieni solo delle polemiche sulla “sconfitta della civiltà occidentale” e “l’abdicazione dell’Italia dal ruolo storico di custode dell’arte e dell’ingegno umano”.

L’italiano indignato da’ il meglio di se stesso in queste situazioni da mundial di calcio. Tranquillamente disposto a macinare venti, trentamila chilometri l’anno alla guida di un’auto alimentata da ettolitri ed ettolitri di insanguinata benzina saudita, a vilipendere, maltrattare o addirittura uccidere ogni due per tre la propria, diletta altra metà del cielo, si scopre improvvisamente anima sensibilissima, incapace di reggere alla scomparsa, sia pure per un solo giorno, di statue di cui ignora l’esistenza negli altri trecentosessantacinque del bisestile 2016.

Pronta la replica: è il significato ideale che conta, la sottomissione al perfido islam invasore che non rispetta la nostra arte millenaria e compra simbolicamente marmorei nudi femminili prima di accanirsi, è già successo a Colonia, sulla carne indifesa delle nostre donne!

L’orgoglio tricolore è un fiume in piena, per la gioia di Matteo Salvini e di tutti i marpioni che attendono, a destra come a sinistra, l’occasione giusta per sbarazzarsi del governo in carica. Poco importa che la poetessa e blogger antifondamentalista e laica iraniana Jasmin Efte si affretti a comunicare “ringrazio, da parte mia, le autorità italiane per aver fatto questa gesto di rispetto e di intelligenza, perché conosco quella parte del popolo del mio paese che fa di tutto per farci tornare di nuovo nel buio totale, perché conosco la loro cultura, so come la pensano e come la penseranno e so che questo gesto aiuterà noi, attivisti e giornalisti, che stiamo lottando con cuore e anima per cambiare le leggi e i pensieri di queste persone. So che per voi non ha senso, ma credetemi. Questo gesto gioca al nostro favore. Davvero".

E’ invisibile agli occhi infine, come sempre ciò che conta davvero, la considerazione più ovvia: la copertura delle statue non è affatto un'umiliazione. Al contrario è un gesto che denota, con giusta ed involontaria nonchalance, un’autentica superiorità culturale. Come su una voce fuori campo dicesse, in italiano: "Rispetto la tua visione delle cose e non ho paura di coprire, per un giorno, il prodotto della mia Arte e della mia Storia. Essa non si offende e non ha bisogno di difese perché parla da sé, a chi ha occhi per vedere. Forse questo gesto di rispetto può servire, tra le altre cose, a farti riflettere su una cultura diversa, tanto forte da essere capace di un simile atto di tolleranza".

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