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L'attività 5 Stelle in Parlamento

Il grillino c'è

A metà legislatura un bilancio sulla crescita della classe dirigente e parlamentare pentastellata

di Massimo Pittarello - 09 novembre 2015

Difficile ammetterlo per i non adepti al Sacro Blog. Nel Movimento di “Grillo&Casaleggio” non ci sono solo i microchip sottopelle, le scie chimiche, il boicottaggio dei vaccini e tutte le altre fantasticherie ortottere. L’attività parlamentare dei 5 Stelle – alla Camera più che al Senato – sta registrando qualche successo in vicende che, seppur minori, non sono irrilevanti e, soprattutto, dimostra il superamento della mera “testimonianza” di opposizione dura e pura che fino ad ora li ha resi ininfluenti in Parlamento.

Per esempio, attraverso una lettera sull’house organ del Pd (l’Unità), qualche giorno fa la capogruppo in Commissione Ambiente alla Camera ha sfidato i democratici a collaborare sul ddl consumo del suolo “al di là dell’orticello politico di riferimento”. Tra l’altro, nel cancellare la liberalizzazione degli orari dei negozi decisa da Monti, seppur a fasi alterne, Pd e 5 Stelle si erano già trovati d’accordo, segno che c’è un margine concreto per “fare politica”, cioè contemperare gli interessi compositi di una comunità organizzata democraticamente.

Quando non collaborano, talvolta gli ortotteri mettono in difficoltà l’esecutivo: chiedono al governo perché nella Stabilità siano raddoppiate le risorse per pagare le multe Ue, costringono l’esecutivo a rispondere a tre questioni di merito sul ddl di riforma costituzionale, aprono cicli di audizioni su temi delicati quali derivati e abuso del diritto in ambito fiscale. Insomma, non avendo paura del voto come tutti gli altri, non essendo fagocitati dal dominio renziano come la minoranza Pd e non dovendo ancora capire cosa fare da grandi come i reduci di Berlusconi, rappresentano attualmente la principale opposizione parlamentare. Lo confermano i sondaggi e la proposta presentata dal Pd in settimana per modificare l’Italicum.

Certo, vedremo altre esuberanze e altre gaffe, ma non c’è dubbio che dal 2013, quando sono arrivati vergini in Parlamento, qualcosa sia cambiato. Nel Palazzi del potere, dei regolamenti e delle consuetudini, inizialmente non potevano che perdersi. Altro che apriscatole. Per ritrovare la strada alcuni individualmente (purtroppo non tutti) e i gruppi parlamentari collettivamente hanno provato a selezionare i collaboratori solo per merito e professionalità (a differenza degli altri partiti, dove conta soprattutto l’appartenenza) e oggi qualche risultato si vede. In più, i pentastellati non sono politici di professione e qualcuno di loro sarà anche legittimamente convinto ed entusiasmato dal proprio ruolo e dalla propria funzione e, non potendo influire sulle grandi scelte di politica nazionale, hanno giustamente seguito con attenzione le attività loro assegnate. Ovviamente bisogna fare i dovuti distinguo. Luigi Bisignani, uno che potrà essere accusato di tutto, ma non certo di essere amico dei grillini e tantomeno di parlare a sproposito, dice che i pentastellati “sono diventati una “classe parlamentare e dirigente seria e responsabile, con i fiocchi”. Difficile dargli fiducia, difficilissimo non essendo grillini. Ma parlandone fuori dal Sacro Blog, magari – in silenzio – siamo costretti a qualche ammissione.

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