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La sinistra deve seppellire i suoi mostri

Wielgus e i servizi al comunismo

Il passato della guerra fredda è ancora vivo. E bisogna conoscerlo per esorcizzarlo.

di Davide Giacalone - 09 gennaio 2007

Le coscienze a corrente alternata commentano la vicenda di Stanislaw Wielgus, ma non sono disposte a capire quel che significa per sé. Quel prete aveva collaborato con i servizi che facevano capo all’Unione Sovietica ed ora, che s’apprestava a divenire arcivescovo di Varsavia, quel passato lo afferra. Siamo in Polonia, la patria di prelati uccisi, come Jerzy Popielusco, quella del pontefice che i sovietici tentarono di ammazzare. Siamo anche nella Polonia del generale Jaruzelski, che con il colpo di Stato del 1981 non spianò certo la via alla libertà, ma protesse il Paese dall’invasione sovietica. La storia è complessa, nel suo divenire quotidiano non traccia confini impermeabili. Un giorno sentiremo riparlare di Agostino Casaroli, della politica vaticana nei confronti dell’Urss. Un giorno sapremo qualche cosa di più su Emanuela Orlandi, inghiottita da una guerra attorno, e forse anche dentro al Vaticano. Oggi le dimissioni di Wielgus, che le si accolga con sollievo o con rammarico, ci dicono che quel passato è ancora vivo.

Già, ma come fa ad essere vivo per un polacco, che ha vissuto sotto una dittatura, ed essere considerato morto, archeologico, pretestuoso per tanti italiani, che hanno vissuto in libertà, quindi in grado di scegliere? La colpa di Wielgus (se esiste) sarebbe quella di avere anteposto il servizio ai sovietici ai doveri di fratellanza nella fede. Noi viviamo circondati da ex comunisti che anteposero, pagati, la fedeltà ai sovietici alla sicurezza degli italiani, ma se lo facciamo osservare siamo degli invasati, dei fanatici, dei visionari. Siamo l’unico Paese al mondo che ha mandato tre comunisti (tre) a commemorare quei morti di Budapest che quando venivano ammazzati loro applaudivano. Ma non si deve dirlo, non sta bene. Per noi quel passato deve essere seppellito, per Wielgus riesumato.

Ecco, visto che il culturale ex comunista si fa dare una lezioncina di serietà e trasparenza dalla chiesa, noi crediamo che ci sia un solo modo per far passare quel passato: conoscerlo. Molti di quegli uomini sono omertosi per alleviare la vergogna di sé, quel che vive del loro passato. La nostra tenacia anticomunista serve a propiziare la verità e difendere la libertà, e serve ad una sinistra che ritrovi orgoglio e forza innovatrice, seppellendo i suoi mostri.

www.davidegiacalone.it

Pubblicato da Libero del 9 gennaio 2006

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