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Senza mettere mano a riforme istituzionali

Visto che gli scioperi funzionano

Ma la ragionevolezza serve a poco, perché il governo ha già dato prova di sapere cedere

di Davide Giacalone - 25 luglio 2006

Una volta si faceva un gran parlare del chiudere gli “enti inutili”. Segnalo agli eventuali volenterosi il caso di un’autorità che dovrebbe garantire la regolarità degli scioperi e che continua a ripetere che molti di questi sono illegittimi, conquistandosi il dileggiante menefreghismo degli interessati. E’ irregolare che i taxisti blocchino le strade e lascino la gente negli aeroporti? Splendido, pensano i taxisti, vuol dire che questa forma di protesta funziona. E’ illegittimo che i farmacisti facciano la serrata? Magnifico, pensano i camici bianchi, dimostreremo di non essere meno degli autisti. Il garante assiste, e se non ci guadagna in autorevolezza almeno non perde il posto all’Autorità.
Se vi servono delle supposte correte a prenderle, perché, appunto, fra poco sarà difficile comprarle. Entrate in farmacia, chiedetene di analgesiche od antibiotiche, ve le daranno volentieri chiedendovi in cambio solo i soldi. Già che ci siate comprate gli zoccoli, la liquirizia, la crema solare, gli occhiali senza andare dall’oculista, gli infusi per la mattina, i biscotti per il pranzo, riempitevi la sporta di ogni cosa, che nessuno vi chiederà altro che soldi. Se, però, faceste la stessa cosa al supermercato, se prendeste quella roba senza l’ausilio di un farmacista battiscontrino, secondo la categoria sarebbe messa gravemente a rischio la vostra salute. Mistero. Per protestare, poi, usano argomenti che ti danno l’impressione di parlare con gente fuori di testa: mica nessuno vuole abolire i farmacisti. Se anziché comperare le pillole più reclamizzate ritengo di chiedere un consiglio, non mi resta che parlare con un farmacista (il quale, nella gran parte dei casi, mi suggerirà di parlare con il medico). Non vedo in cosa questo sia impedito dal potere comperare farmaci da bancone anche in altri posti.
Ma la ragionevolezza serve a poco, perché il governo ha già dato prova di sapere cedere e, quindi, nessuno vuol essere quello con cui si può tenere duro. Avanti con gli scioperi. Credo Bersani non si pentirà mai abbastanza dall’avere usato lo strumento del decreto legge. A tal proposito, però, vale anche un ragionamento più generale.
Il governo italiano è istituzionalmente debole (ed ogni volta che si tenta di rafforzarlo si viene sconfitti), non disponendo neanche di uno strumento legislativo conosciuto in altri Paesi, vale a dire il disegno di legge chiuso, blindato. Il governo lo presenta ed il Parlamento lo vota (o lo rigetta) così com’è, senza emendarlo. Per ottenere un risultato simile da noi si fa una pericolosa capriola: si emana un decreto, che è subito legge, salvo poi modificarlo per consentirne la conversione. Questa debolezza del governo diventa un’arma nelle mani delle corporazioni, che trovano referenti ed agganci non solo nell’opposizione (com’è piuttosto naturale), ma anche all’interno della maggioranza.
Anche in questo caso, dunque, la debolezza politica è causa e conseguenza di una debolezza istituzionale. Non mettendo mano a riforme istituzionali degne di questo nome, ci si consuma nel perdere, giorno dopo giorno, alle pressioni di piazzate che, per giunta, sono anche fuori dalla legge.

www.davidegiacalone.it

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