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La vittoria di Massimo Cacciari

Venezia sceglie i moderati

Votando, apparentemente, un "vecchio" sindaco i veneziani hanno indicato una strada al Veneto, ma anche alla nazione intera

di Antonio Gesualdi - 18 aprile 2005

Il ragionamento era semplicissimo, ma andava fatto sui voti dei singoli veneziani, non sulle percentuali o i sondaggi. Al primo turno i veneziani avevano dato 51.081 voti alle sette liste di Casson e 18.479 alle due di Cacciari. Al primo turno aveva votato il 72,4%, ovvero circa 167mila veneziani.

Al ballottaggio la vera incognita era quella dell'affluenza alle urne: se fosse stato sotto o intorno al 50% Casson avrebbe potuto farcela, ma più vicini al 60% e oltre significava che i veneziani pro-Cacciari avrebbero avuto la meglio. E infatti ha votato il 55,82%, ovvero 124.430 aventi diritto. Casson partiva da una piattaforma che poco avrebbe potuto aumentare, mentre tutto il resto andava sommato al voto del primo turno ottenuto da Cacciari.

E i numeri non sono un'opinione... neppure politica.

Uso un po’ di sicumera perché la previsione della vittoria di Cacciari a Venezia noi di Società Aperta l'abbiamo fatta ancora ad urne aperte. Non siamo venditori di sondaggi o di previsioni elettorali, ma un movimento politico e culturale che continua a dimostrare di vedere lungo. Si vede lungo quando il ragionamento è pragmatico, responsabile e libero da ideologismi e fanatismi di sorta.

Ormai siamo sgolati per quanto continuiamo a ribadire - e l'abbiamo fatto anche nel nostro appello pro-Cacciari pubblicato sulla stampa veneta - che il sistema così come si è configurato nel dopo tangentopoli non funziona. E per giunta non funziona a tutti i livelli. Questo perché non siamo in una Seconda Repubblica, ma solo nel periodo di transizione spuria, "bastarda", di un sistema istituzionale ed elettorale che è sempre più inadeguato ad una democrazia moderna e immersa, volente o nolente, nella globalizzazione.

Venezia non è una città a sé, è una città globale, un laboratorio politico e anche la dimostrazione concreta di quanto andiamo proponendo. Non solo, ma Venezia rappresenta molto di più perché è una città politicamente e storicamente di sinistra e dove i cittadini "moderati" hanno dimostrato di essere importanti e decisivi.

Votando, apparentemente, un "vecchio" sindaco i veneziani hanno indicato una strada al Veneto, ma anche alla nazione intera.

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Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.