Il “furbetto” in esilio nella City
Vendo tutto e “scappo”a Londra
Si schiudono nuovi orizzonti per l’immobiliarista Stefano Ricuccidi Alessandro D'Amato - 06 settembre 2007
Proprio come Mazzini. Stefano Ricucci ha deciso: vende tutto e se ne scappa a Londra, dove si ricostruirà un futuro di immobiliarista. L’annuncio lo dà in una lunga intervista al Sole 24 Ore, nella quale confessa che il suo errore più grande – oltre a qualche “sbaglio” con il fisco – è stato “l’aver cercato di entrare a far parte del salotto buono senza essere invitato”, e qualcuno gliel’ha fatta pagare. Ed è strano che colui il quale ha coniato l’espressione “furbetti del quartierino” abbia deciso di fare queste rivelazioni proprio al giornale da lui ripetutamente accusato di averlo colpito per fare un piacere all’establishment (e al quale ha chiesto un risarcimento danni di 120 milioni di euro).
Anche perché, come farebbe giustamente notare lui, l’ex marito di Anna Falchi non è stato di certo l’unico e il solo protagonista dell’estate delle scalate di Fiorani e Consorte, anche se, ad oggi, è quello che ha pagato il prezzo più caro, sia in termini di carcerazione che di sequestri – non sempre giustificati, come ha fatto notare la Cassazione annullando il sequestro del Gip di Milano dei 100 milioni di liquidità a garanzia dell’investimento in Antonveneta – sul patrimonio delle sue imprese. Ma si vede che studiare i primi fascicoli di “English for You” gli avrà sortito l’effetto di mettere la testa a posto.
E quindi le malelingue le quali facevano notare che cambiare paese era necessario per evitare, nel caso di condanna per bancarotta nell’ambito del fallimento della Magiste International, l’inabilitazione all’esercizio di un’impresa commerciale per due anni, sono servite. Nossignori, Ricucci ha semplicemente preso esempio da Giuseppe Mazzini, che proprio nella City andò in esilio, pur continuando a dirigere dalle rive del Tamigi la sua Giovane Italia, organizzazione politica rivolta a educare il popolo agli ideali della libertà. Assolutamente non provvisoria.
Anche perché, come farebbe giustamente notare lui, l’ex marito di Anna Falchi non è stato di certo l’unico e il solo protagonista dell’estate delle scalate di Fiorani e Consorte, anche se, ad oggi, è quello che ha pagato il prezzo più caro, sia in termini di carcerazione che di sequestri – non sempre giustificati, come ha fatto notare la Cassazione annullando il sequestro del Gip di Milano dei 100 milioni di liquidità a garanzia dell’investimento in Antonveneta – sul patrimonio delle sue imprese. Ma si vede che studiare i primi fascicoli di “English for You” gli avrà sortito l’effetto di mettere la testa a posto.
E quindi le malelingue le quali facevano notare che cambiare paese era necessario per evitare, nel caso di condanna per bancarotta nell’ambito del fallimento della Magiste International, l’inabilitazione all’esercizio di un’impresa commerciale per due anni, sono servite. Nossignori, Ricucci ha semplicemente preso esempio da Giuseppe Mazzini, che proprio nella City andò in esilio, pur continuando a dirigere dalle rive del Tamigi la sua Giovane Italia, organizzazione politica rivolta a educare il popolo agli ideali della libertà. Assolutamente non provvisoria.
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.