ultimora
Public Policy

Manifestazioni incresciose e deprecabili

Urgono vere riforme

Reazionari scontri di piazza contro la Riforma Gelmini, mentre il vero problema rimane un altro

di Luca Bagatin - 03 novembre 2008

Ciò che sta accadendo da alcune settimane fra studenti estremisti contro la Riforma Gelimini della scuola è assolutamente increscioso e deprecabile. La violenza non è mai ammissibile. Quella fra giovani studenti fa veramente accapponare la pelle, peraltro. Non ritorna il "68 con la "fantasia al potere" (uno slogan che in realtà si tradusse in ben altro con i protestatari di allora oggi classe dirigente di questo martoriato Paese), bensì la violenza di piazza gratuita che è sempre incivile ed antidemocratica. Come antidemocratiche ed incivili sono le occupazioni abusive delle stazioni dei treni, delle strade bloccando il traffico e delle scuole impedendo a coloro i quali vogliono entrare a scuola, di farlo.

Lo è ancor più in quanto il nocciolo della questione della protesta è assolutamente pretestuoso: si contestano i tagli alla scuola come se questi non ci fossero mai stati con i governi precedenti. Il sottoscritto si battè a suo tempo e continua a farlo contro i finanziamenti diretti ai diplomifici ed alle scuole private confessionali. Lo fece e continua a farlo democraticamente, cercando di spiegare che è uno spreco di risorse in quanto coloro i quali hanno i mezzi per andare nelle cosiddette scuole private, è corretto che ci vadano a spese loro. Diversa è la questione di chi sceglie di andare alla scuola privata, ma ha un reddito famigliare che non gli consente questa possibilità di scelta. A quel punto si intervenga pure, ma con un semplice bonus scuola sul servizio (e non con un finanziamento diretto a pioggia alla scuola in questione).

Ora, si noti bene che determinati tagli alla scuola sono ed erano auspicabili. Mi pare assurdo contestare la reintroduzione del "maestro unico". Tutti noi, oggi trentenni e oltre, abbiamo imparato benissimo anche con un unico maestro. Marco Pannella ha colto nel segno quando ha detto che i "tre maestri" erano utili ad accontentare i relativi sindacati di riferimento: Cgil, Cisl e Uil. Non si tratta di licenziare, ma di bloccare le assunzioni e di giungere a garantire uno stipendio dignitoso a degli ottimi e preparati insegnanti. Che siano anche giustamente rigorosi come vuole proprio questa Riforma. Una Riforma che blocchi il lassismo fra i banchi, causa forse anche dell"autonomia scolastica introdotta da un quindicennio, la quale ha messo in concorrenza le scuole pubbliche al punto da renderle assai simili a dei diplomifici.

Ora, probabilmente, il fulcro della questione è un altro: abbiamo un corpo insegnante universitario gerontocratico (con insegnanti dai doppi e tripli lavori) ed un sistema di assistenti universitari che divengono dei veri e propri portaborse (il cosiddetto "baronismo").

Su questo quasi nessuno dice nulla. Non sarebbe forse il caso di approfondire la questione e di aprire un dibattito su questo e magari anche sull"abolizione del valore legale del titolo di studio, affinché uno studente sia valutato per le sue capacità e buona volontà e non per il "titolo" in sé? Non sarebbe forse il caso di parlare di una vera riforma delle Università che premi effettivamente le Università più produttive e con gli studenti effettivamente meritevoli (e non gli amici degli amici, i figli dei figli ecc...)? Interrogativi, ahinoi, senza risposta da tempo. Ma su tutto ciò nessuna protesta.

Social feed




documenti

Test

chi siamo

Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.