Alitalia: va in scena il morbo nazionale
Una vicenda che non finisce di stupire
Non ci sono sindacati con cui trattare. Il governo deve tenere una posizione ferma e duradi Davide Giacalone - 12 novembre 2008
Negli aeroporti va in scena il morbo nazionale. Il problema non è qualche centinaio di piloti ed assistenti di volo, che meriterebbero d’essere buttati fuori, ma la non credibilità della classe dirigente. Il morbo ha roso le carni stesse dello Stato, rappresentato da gente inconcludente. Cominciamo dalle piccole cose: chiudiamo l’inutilissimo garante degli scioperi. Trovo scandaloso che si tenga aperto un ufficio pubblico per avvertire ripetutamente che la legge è violata, senza che accada un accidente. E’ solo uno scrupolo estetico, ma sbaracchiamolo.
Il governo non ha scelta, deve tenere una posizione ferma e dura. L’azienda non ha alternative, deve denunciare chi ne ferma l’attività. Non ci sono sindacati con cui trattare, perché quelli confederali sono corresponsabili del disastro e largamente scavalcati dagli estremisti. I quali ultimi saranno anche degli sconsiderati, ma s’ispirano ad una teoria affascinante: Alitalia è crollata perché in molti hanno rubato, altri approfitteranno, ed è stata amministrata con i piedi, perché mai noi dovremmo essere gli unici a non poterne più ciucciare il mammellone? Non hanno capito la gravità della crisi, ma hanno imparato la filosofia della cogestione: tutti devono mangiare la propria fetta, e reclamano la loro. O si chiama l’esorcista o si telefona alla polizia.
Lo Stato, quindi noi contribuenti, ha dilapidato moltissimo, in Alitalia, e si accinge ad accollarsene i debiti per favorire una cordata di presunti risanatori (la voglio vedere!). Non ci sono margini per far altri regali, anche perché fra qualche settimana la crisi farà sentire i suoi morsi veri, altre aziende andranno in crisi e non è neanche pensabile applicare ad altri questa tecnica del salvataggio oneroso. Lo Stato ci ha rimesso anche in credibilità, lasciando che le proprie leggi fossero ignorate. Ora il tempo è esaurito, come i soldi, quindi i blocchi illegittimi vanno repressi. Il sindacato confederale anticipi questa richiesta, cercandovi l’ultimo appiglio per salvare un proprio ruolo. L’alternativa è l’ordine propiziato dal disordine. E porta male.
Purtroppo molti di quelli che dovrebbero parlare non hanno, oramai, più alcuna credibilità. Troppo invischiati, troppo corresponsabili. Alitalia è divenuta l’autobiografia nazionale, e non è un bel vedere.
Pubblicato su Libero di mercoledì 12 novembre
Il governo non ha scelta, deve tenere una posizione ferma e dura. L’azienda non ha alternative, deve denunciare chi ne ferma l’attività. Non ci sono sindacati con cui trattare, perché quelli confederali sono corresponsabili del disastro e largamente scavalcati dagli estremisti. I quali ultimi saranno anche degli sconsiderati, ma s’ispirano ad una teoria affascinante: Alitalia è crollata perché in molti hanno rubato, altri approfitteranno, ed è stata amministrata con i piedi, perché mai noi dovremmo essere gli unici a non poterne più ciucciare il mammellone? Non hanno capito la gravità della crisi, ma hanno imparato la filosofia della cogestione: tutti devono mangiare la propria fetta, e reclamano la loro. O si chiama l’esorcista o si telefona alla polizia.
Lo Stato, quindi noi contribuenti, ha dilapidato moltissimo, in Alitalia, e si accinge ad accollarsene i debiti per favorire una cordata di presunti risanatori (la voglio vedere!). Non ci sono margini per far altri regali, anche perché fra qualche settimana la crisi farà sentire i suoi morsi veri, altre aziende andranno in crisi e non è neanche pensabile applicare ad altri questa tecnica del salvataggio oneroso. Lo Stato ci ha rimesso anche in credibilità, lasciando che le proprie leggi fossero ignorate. Ora il tempo è esaurito, come i soldi, quindi i blocchi illegittimi vanno repressi. Il sindacato confederale anticipi questa richiesta, cercandovi l’ultimo appiglio per salvare un proprio ruolo. L’alternativa è l’ordine propiziato dal disordine. E porta male.
Purtroppo molti di quelli che dovrebbero parlare non hanno, oramai, più alcuna credibilità. Troppo invischiati, troppo corresponsabili. Alitalia è divenuta l’autobiografia nazionale, e non è un bel vedere.
Pubblicato su Libero di mercoledì 12 novembre
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.