Una risorsa su cui lavorare
Il turismo vale il 12% del pil, cioè circa 170 miliardi di euro. Prima industria nazionaledi Enrico Cisnetto - 04 settembre 2006
Come se ne esce? Rutelli ha parlato di una rivoluzione copernicana nel modo di gestire le vacanze degli italiani. Sarebbe il primo passo per destagionalizzare l’offerta turistica, obiettivo numero uno insieme con la razionalizzazione dell’offerta stessa, che richiede una cabina di regia nazionale e la creazione di grandi consorzi per proposte sempre più integrate. Poi c’è il grande tema dei servizi. E qui la mia personale esperienza di promotore culturale mi aiuta: “Cortina In-con-tra” in quattro anni si è conquista la palma di più importante manifestazione estiva italiana (quest’anno 96 eventi in 33 giorni, 250 personalità coinvolte, 54 mila presenze di pubblico) ricorrendo esclusivamente agli sponsor privati. Questo significa che si può costruire un’offerta di qualità senza bisogno di gravare sulla finanza pubblica, se solo amministrazioni lungimiranti la smettono di buttare soldi nelle sagre paesane – che servono soltanto per prendere i voti nelle singole comunità – e valorizzano le eccellenze.
Possiamo finalmente rubricare il turismo come la più grande opportunità per l’Italia del terzo millennio e lavorarci su di conseguenza?
Pubblicato sul Messaggero del 3 settembre 2006
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Società Aperta è un movimento d’opinione, nato dall’iniziativa di un gruppo di cittadini, provenienti da esperienze professionali e politiche differenti, animati dalla comune preoccupazione per il progressivo declino dell’Italia, già dal lontano 2003, quando il declino dell’economia, almeno a noi, già era evidente come realtà acquisita. L’intento iniziale era evitare che il declino diventasse strutturale, trasformandosi in decadenza. Oltre a diverse soluzioni economiche, Società Aperta, fin dalla sua costituzione, è stata convinta che l’unico modo per fermare il declino sarebbe stato cominciare a ragionare, senza pregiudizi e logiche di appartenenza, sulle cause profonde della crisi economica italiana e sulle possibili vie d’uscita. Non soluzioni di destra o di sinistra, ma semplici soluzioni. Invece, il nostro Paese è rimasto politicamente paralizzato su un bipolarismo armato e pregiudizievole, che ha contribuito alla paralisi totale del sistema. Fin dal 2003 aspiravamo il superamento della fallimentare Seconda Repubblica, per approdare alla Terza, le cui regole vanno scritte aggiornando i contenuti della Carta Costituzionale e riformulando un patto sociale che reimmagini, modernizzandola, la costituzione materiale del Paese. Questo quotidiano online nasce come spin-off di Società Aperta, con lo scopo di raccogliere riflessioni, analisi e commenti propedeutici al salto di qualità necessario