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Public Policy

La lucida follia prodiana

Una maggioranza inesistente

Una volta era la politica a governare le ragioni degli interessi materiali oggi accade l’inverso

di Davide Giacalone - 24 gennaio 2008

Che Prodi chieda la fiducia può sembrare una follia, e forse lo è anche clinicamente parlando. Se pure l’otterrà, se pure la scempiaggine di un sistema misto gli consentisse di appropriarsi di seggi avuti con il premio di maggioranza nel momento in cui detta maggioranza non c’è più, se pure la bava dei senatori a vita lo tenesse appiccicato alla carica, cosa diavolo pensa di fare ed ottenere? Vero, ma, forse, in tale follia c’è troppo metodo, forse quel che sta accadendo va letto sotto una diversa luce. Una volta c’era, come in tutte le democrazie del mondo, un certo intreccio fra politica ed affari. La rete è stata strappata, rimangono nodi che si sono serrati, che non sono più la rappresentanza d’interessi, ma la dipendenza della politica dall’affarismo. La differenza è grande. Una volta la politica della maggioranza (centrismo, centro sinistra e pentapartito) comprendeva e governava le ragioni degli interessi materiali, degli affari. Non senza guasti, certo, anche grandi, s’è visto. Ora sono gli affari a governare la politica. Prodi lo sa, perché cresciuto rappresentando i democristiani negli affari e gli affari fra i democristiani. E Prodi sa benissimo di essere minoranza in una sinistra che è minoranza nel Paese.

Teoricamente non dovrebbe contare nulla, ma, invece, il suo potere deriva dal fatto che gli affari della sinistra sono sporchi e lui è il terminale di gruppi rilevanti, al servizio della cui crescita s’è messo. Si pensi al mondo bancario, per dirne una. Chi dovrebbe fargli concorrenza, un D’Alema che se solo si nomina Telecom spera solo che tutti si distraggano? Un mondo che fu comunista e rimane connivente con cooperative truffaldine? O Veltroni? A proposito, ho l’impressione che, per quanto faccia schifo, nella spazzatura occorrerà guardarci bene dentro, perché non c’è nulla di convincente nell’omertà filobassolinina di Veltroni.

Il centro destra può pure raccogliere la maggioranza dei voti, nella realtà o nei sondaggi, ma la guerra di potere si svolge tutta dentro la sinistra, perché a quella l’affarismo si rivolse. Chiedendo la fiducia Prodi fa saltare ogni solidarietà, ricatta gli “alleati”, annuncia la fine del silenzio e notifica che gli interessi in conflitto non sono conciliabili. C’è del metodo, come si vede. Si sente, anche, dalla puzza.

Pubblicato su Libero di giovedì 24 gennaio

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