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Il “fasciocomunismo”, da Latina al cyberspazio

Una <i>patacca mediatica</i>

Solo l’1,06% per la lista di Fli sostenuta da Antonio Pennacchi

di La redazione - 17 maggio 2011

Il “fasciocomunismo” di Antonio Pennacchi rimane una “patacca mediatica”. Dimostrazione del fatto che quando le idee scarseggiano, neanche giornali e tv possono fare molto. Le elezioni amministrative di Latina, infatti, a cui si sono presentati ben 13 candidati a sindaco - per 120mila abitanti con una percentuale, compresi i candidati a consiglio comunale, di 1 a 140 - hanno visto Filippo Cosignani e la lista di Futuro e Libertà sostenuta dallo scrittore pontino ottenere soli 831 voti (l’1,06%).

La vittoria infine è andata al candidato del Pdl, l’avvocato Giovanni Di Giorgi, che con il 50,9% dei voti è riuscito a passare al primo turno e a evitare il ballottaggio. Disposto a tutto Pennacchi, pur di non far vincere il centrodestra nel capoluogo laziale - città storicamente fascista - pure ad allearsi con Futuro e Libertà di Gianfranco Fini e a sostenere la lista del candidato di centrosinistra, ma non è servito, l’alleanza rosso-nera è stata sconfitta. Al primo turno. Certo il risultato definitivo si è avuto a tarda notte e il margine di vittoria è stato piuttosto risicato, ma il merito, più che alla lista sostenuta da Pennacchi, si deve a un generale vento antidestra che ha caratterizzato tutta questa tornata di amministrative. La reazione di Pennacchi a tutto ciò? “Io ho fatto una proposta. Se ve piace bene, se nun ve piace, prendetevela in saccoccia”. Forse i seppur pochi sostenitori dell’autore si aspettavano un commento un po’ più articolato, per spiegare la sonora debacle di quello che ai meno attenti era apparso come un nuovo e possibile
esperimento di governo a livello locale.

Una sortita politica piuttosto breve, quindi, quella dello scrittore, se si pensa che una volta archiviata la pratica amministrative, ha già dichiarato chiusa l’esperienza e affermato la volontà di riprendere a lavorare al suo prossimo libro, un romanzo di fantascienza. In un cyber mondo futuristico determinati scenari potrebbero in effetti anche delinearsi, forse perfino fantapolitici, certo per un vincitore del Premio Strega sarà più semplice immaginarli e raccontarli che creare le condizioni perchè si verifichino nella realtà.

Molto rumore per nulla, quindi. Grandi proclami “speravo nel 10%, eppure c’era entusiasmo, mi sono divertito”, parole da manuale di storia della politica “sarei stalinista e sono sempre per l’eguaglianza sociale, ma le ideologie del ‘900 sono finite, vale per fascismo e comunismo, anche per il liberalismo”, ma l’impegno “sul campo”, come si dice, finisce qui. Segnale di un’esperienza estemporanea, di uno scrittore soltanto prestato alla politica, capace di far parlare di sè e del caso Latina, del paradosso “fasciocomunista”, ma non di trasformare tutto ciò in risultati decisivi alle urne. Che infine, è quel che conta.

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