ultimora
Public Policy
  • Home » 
  • Archivio » 
  • Una donna che cambierà l’Europa

L’allieva di Helmut Kohl supererà il maestro?

Una donna che cambierà l’Europa

La Merkel si attiva da subito per dare una svolta all’Ue. E lavora in sinergia con l’Italia

di Alessandra Servidori - 21 dicembre 2005

Faticoso ma vincente il compromesso sul bilancio Europeo 2007-2013. E l’intesa raggiunta alle prime luci dell’alba è tutta opera di Angela Merkel, paziente e arguta Cancelliere-Penelope di una Europa che così va avanti. Decisivo infatti è stato il ruolo della Germania, primo contribuente Ue, che ha accettato di versare altri 3 miliardi e ha così “costretto” Tony Blair a fare un passo indietro rinunciando al preteso sconto di 10,5 miliardi.

Dunque la Signora Cancelliere ha cambiato rotta rispetto al suo predecessore Schroeder, stretto in un’alleanza con la Francia di Chirac che metteva sistematicamente alle corde Londra. La Merkel si è presentata a Bruxelles con grande stile e cautela, atteggiamento riservato, occhi azzurri accoglienti, dolce sorriso, piglio da domatrice. Ha cercato e trovato nuovi alleati, nuove strategie, lungimiranti partnership. L’allieva di Helmut Kohl supererà il maestro? L’inizio è di buon auspicio e la signora si è già lanciata nella promessa di rilanciare e qualificare la Costituzione europea, iniziativa ben più complicata del bilancio della Commissione.

Così l’incontro tra Angela Merkel e il presidente Berlusconi a Roma assume un’importanza straordinaria per il nostro Paese giacché l’obiettivo italiano di difendere i fondi di coesione per il Sud di 24,5 miliardi è stato raggiunto, così come la posizione del nostro Paese è tra i contribuenti netti al bilancio comunitario. Alle quattro regioni italiane Obiettivo 1 si sono aggiunte la Sardegna e la Basilicata, e ben 500 milioni per lo sviluppo rurale: negare, come si accanisce a fare la sinistra, che anche per l’Italia è stato un successo è miope e ridicolo, così come è stupefacente Romano Prodi che continua, nonostante il risultato, ad accusare il Governo di essere asservito alla logica britannica e soprattutto di essere isolato. Siamo in ottima compagnia e, se pur è incauto affermare che l’Europa si è lasciata alle spalle un periodo di crisi che l’ha portata sull’orlo della frantumazione per i problemi di politica internazionale, i tragici referendum francesi e olandesi sulla Costituzione europea e gli scontri tra Blair e Chirac, ora, a ridosso del Natale, il futuro dell’Unione pare più certo e tranquillo.

Angela Merkel ha riconsegnato nelle mani della Germania quel ruolo di leadership ultimamente perso. Tra i 25 Paesi l’asse franco-tedesco non sarà più dominante e non destabilizzerà più i rapporti tra membri della comunità e fra Europa e Stati Uniti. Angela Merkel poggia il suo Governo sulla grande coalizione potenzialmente foriera di grandi novità e probabilmente in grado di coordinare gli sforzi per il rilancio dell’Europa su aspetti istituzionali così come in ambiti internazionali su delicati problemi che coinvolgono rapporti commerciali e liberalizzazione del commercio mondiale. E in questo contesto l’Italia non ballerà da sola, ma sarà al centro del sistema, anche in una logica di buoni rapporti che si stanno definendo tra Merkel e Berlusconi. Per investire nei prossimi mesi infatti bisognerà avere coraggio e buoni alleati sui temi dominanti: borsa, bond, liquidità, dollaro, petrolio, casa, oro. Sia la Banca Centrale Europea che la Fed, guidata da Bernanke, non forniscono indicazioni inequivocabili sul tenore delle decisioni future, ma unica certezza condivisa è la lotta preventiva all’inflazione. Dobbiamo ricordarci che in Europa l’aumento del costo della vita viaggia sempre sopra il 2% e negli Stati Uniti si mantiene sotto il 4%. Dunque una buona alleanza per acchiappare la ripresa economica che si annuncia è indispensabile, e l’asse Merkel-Berlusconi ne è la garanzia più certa.

Pubblicato sull’Avanti del 19 dicembre 2005

Social feed




documenti

Test

chi siamo

Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.