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Partiti? Esistono solo segreterie e cordate

Un sistema da smontare e riformare

Il potere nelle mani dei capi si è trasformato in un boomerang in grado di sfarinare le coalizioni

di Davide Giacalone - 12 marzo 2008

Ciarrapico? Magari fosse quello il problema! Nel suo caso non gli si deve rimproverare (solo) d’essere fascista, ma di non avere trovato niente di meglio da ricordare. Ed è anche masochismo, perché se c’è un merito che neanche gli avversari possono non riconoscere a Berlusconi è quello di avere portato gli ex missini ad essere protagonisti veri della democrazia, per cui ritrovarsi un candidato che saluta a braccio teso non aiuta la concorrenza alla destra di Storace, ma porta nella destra il ricordo dell’inaffidabilità democratica. Complessivamente, però, si segnalano problemi più gravi.

C’è stato accordo generale, al di là delle bugie raccontate, per andare subito a votare, e lo si deve al fatto che tanto a Berlusconi che a Veltroni conveniva utilizzare questo sistema elettorale nel momento in cui rompevano le rispettive coalizioni. Grazie alla legge Calderoli è il capo che sceglie il gruppo parlamentare. E’ stato così anche nel 2006, ma in quel caso c’erano coalizioni vaste, quindi tavoli politici dedicati alla ripartizione. Il 2008 si è trasformato in un incubo, ed il fatto che sia senza frontiere ne dimostra la natura politica ed istituzionale.

Da entrambe le parti esistono le segreterie e le cordate, ma non i partiti, ed in assenza di processi selettivi, con meriti territoriali o di qualità, tutte le pressioni, i ricatti, le minacce e gli strilli si sono riversati sul vertice. Qui la macchina è scoppiata, perché a tutti non si può dar retta, ma nessuno aveva intenzione di farsi scontentare. In più i candidati nuovi ci hanno messo poche ore per far capire d’essere solo facce ed immagini, senza alcuna sostanza. Privo di reale ragione politica, l’enorme potere nelle mani dei capi si è trasformato in un boomerang, capace di sfarinare partiti ancora neanche impastati.

Il tutto, tradendo l’idea che il Parlamento sia non il cuore pulsante delle istituzioni, ma il luogo di una procedura senza anima, dove mandare degli addetti alla mera presenza ed al voto. I non partiti, insomma, si chiudono ed implodono su se stessi, forti solo del fatto che gli elettori non hanno comunque scampo. L’intero sistema va smontato e riformato, altrimenti vien giù da solo. Questo lavoro potranno farlo gli eletti? Diciamo che tocca ai capi, che se li scelsero, porre un qualche rimedio.

Pubblicato su Libero di mercoledì 12 marzo

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