Il clima disteso di oggi non è garanzia del domani
Un bon ton destinato a durare?
Le scelte non sono più rinviabili. Il governo deve agire. E l’opposizione può scegliere di collaborare o nodi Davide Giacalone - 16 maggio 2008
Domanda: quanto il clima disteso ed il bon ton parlamentare dipendono dalla volontà di riformare l’Italia nel modo più condiviso possibile, e quanto dal fatto che è esausto, dopo numerose elezioni sempre eguali a se stesse e con il governo sempre perdente, il bipolarismo del muro contro muro? Sarebbe bello e bene prevalesse il primo ingrediente, ma vi sono vistose presenze anche del secondo.
Il fatto singolare è che, dopo tanti anni di non governo e risse su tutto, si tenta d’innescare il dialogo nel momento in cui le scelte non sono più rinviabili. Tale contraddizione m’induce a dire che il governo si gioca la propria efficacia nel primo anno, a partire da adesso.
Difatti, se si prendono degli esempi a caso, fra le questioni più urgenti, si trovano sempre le ragioni di un conflitto lungo e duro, fra i due poli. Parliamo di sicurezza? Non c’è nessuna possibilità di offrire sicurezza se non si fa funzionare la giustizia, e non ci si riesce se si segue la volontà corporativa e conservativa della magistratura associata. Riduzione del debito? E’ necessario il taglio delle spese, che porta con sé il colpire le rendite di posizione, perché puntare sulla ripresa economica significa spostare tutto in avanti. Premio al merito ed al valore? Non esiste se non c’è anche retrocessione per chi non merita e non vale. Rifiuti per la strada? Non si possono nascondere in un buco, e non si risolve il problema senza smontare la ragnatela d’interessi e connivenze che su quel disastro si è tessuta. E così via.
In ciascuno di questi casi il governo deve trovare la forza, il coraggio e le idee chiare per agire, mettendo nel conto il dispiacere di pochi a vantaggio di molti. L’opposizione può scegliere: o collabora con proposte costruttive, parlando al futuro del Paese, oppure cavalca ciascun dissenso per sommare mozziconi di rivolta e malcontento al fine di ottenere il risultato che caratterizza la seconda Repubblica, sconfiggere il governo. Fra un anno si vota per le europee, dopo di che la sinistra regolerà i propri conti. Il bel clima, sempre che sia serio, vive in questo spazio, per il dopo nessuno garantisce. E’ bene, anche per l’opposizione, che quest’anno sia zeppo di cose fatte e di scelte, che alle verifiche si arrivi facendo i conti con le cose, non con le chiacchiere.
Pubblicato su Libero di venerdì 16 maggio
Difatti, se si prendono degli esempi a caso, fra le questioni più urgenti, si trovano sempre le ragioni di un conflitto lungo e duro, fra i due poli. Parliamo di sicurezza? Non c’è nessuna possibilità di offrire sicurezza se non si fa funzionare la giustizia, e non ci si riesce se si segue la volontà corporativa e conservativa della magistratura associata. Riduzione del debito? E’ necessario il taglio delle spese, che porta con sé il colpire le rendite di posizione, perché puntare sulla ripresa economica significa spostare tutto in avanti. Premio al merito ed al valore? Non esiste se non c’è anche retrocessione per chi non merita e non vale. Rifiuti per la strada? Non si possono nascondere in un buco, e non si risolve il problema senza smontare la ragnatela d’interessi e connivenze che su quel disastro si è tessuta. E così via.
In ciascuno di questi casi il governo deve trovare la forza, il coraggio e le idee chiare per agire, mettendo nel conto il dispiacere di pochi a vantaggio di molti. L’opposizione può scegliere: o collabora con proposte costruttive, parlando al futuro del Paese, oppure cavalca ciascun dissenso per sommare mozziconi di rivolta e malcontento al fine di ottenere il risultato che caratterizza la seconda Repubblica, sconfiggere il governo. Fra un anno si vota per le europee, dopo di che la sinistra regolerà i propri conti. Il bel clima, sempre che sia serio, vive in questo spazio, per il dopo nessuno garantisce. E’ bene, anche per l’opposizione, che quest’anno sia zeppo di cose fatte e di scelte, che alle verifiche si arrivi facendo i conti con le cose, non con le chiacchiere.
Pubblicato su Libero di venerdì 16 maggio
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.