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Finanziamenti della Commissione ai palestinesi

Ue: l’attendismo su Hamas non paga

La strategia dell’equidistanza punta a convincere gli integralisti e i terroristi

di Paolo Bozzacchi - 28 febbraio 2006

Domina l’attendismo. E comincia pure a costare caro. C’è un fantasma che aleggia sospeso sul destino dell’Unione europea: è quello della politica estera sui temi legati alla questione israelo-palestinese.

L’ultimo avvistamento è molto recente, ed è collegato allo stanziamento da parte della Commissione di 121 milioni di euro per l’Autorità nazionale palestinese. Il Commissario alle Relazioni esterne, Benita Ferrero Waldner, ha subito precisato che lo stanziamento non vuole significare un appoggio incondizionato dell’Ue al governo guidato da Hamas, giustificando l’iniziativa con una volontà strategica di attesa, prima di avere un quadro più chiaro di quale sarà la composizione e la tendenza del nuovo governo palestinese.

Per il momento, comunque, l’Unione europea non prevede contatti politici con Hamas. E ogni aiuto futuro sarà condizionato dall’impegno del governo palestinese al principio della non violenza, al riconoscimento di Israele e all’accettazione degli accordi sottoscritti dall’Anp, inclusa la Road Map.

Ma intanto rimanere alla finestra è un lusso che si paga. Oltre 121 milioni di euro. Che per una popolazione di circa sei milioni di abitanti non sono affatto male. In attesa di ricevere, presto, altri aiuti da “Zar Putin”, presso il quale i rappresentanti di Hamas sono attesi a Mosca nel fine settimana.

La strategia europea intende raggiungere anche un altro obiettivo: quello di cancellare in fretta, tra gli integralisti e i terroristi islamici, il ricordo delle vignette danesi, e di tentare di ricostruire, partendo dalla Palestina, un clima di tolleranza religiosa della quale l’Unione europea ha assoluto bisogno. Forse prendendo esempio dalla stessa “sindrome della memoria corta” che ha colpito Bruxelles, già completamente immemore di aver inserito Hamas nella lista dei gruppi terroristici ritenuti pericolosi per l’Ue. Considerato l’orgoglio religioso degli islamici, però, non sarà poi così facile.

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