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La forza repressivo-punitiva non serve

Tuteliamo i minorenni

Occorre un intervento dello Stato orientato al recupero e al reinserimento

di Davide Giacalone - 11 settembre 2007

Una sentenza della Cassazione rende possibile l’arresto in custodia cautelare dei minorenni che si ritiene abbiano commesso reati come lo scippo o il furto. Due osservazioni: 1. la Cassazione non legifera, ma interpreta, ed è pericoloso ritenere che un “giro di vite”, o una “risposta alle paure dei cittadini” debba e possa venire da lì; 2. stiamo ancora parlando di custodia cautelare, quindi di una decisione che precede il giudizio e la giustizia.

Detto questo, è giusto intervenire anche quando si tratta di minorenni, soprattutto a loro tutela. Capita, infatti, che quella sia arruolata come manovalanza criminale proprio a causa di un’immediata impunibilità. Si arruolano i giovani soldati del furto proprio perché la punizione sarà blanda, ammesso che arrivi. Intrapreso il cammino in questa direzione, però, si deve subito chiarire che l’intervento dello Stato, specie quando si tratta di minori di quattordici anni, quindi di bambini, non può essere meramente repressivo e punitivo, ma nei loro confronti c’è un preciso dovere di recupero e reinserimento.

A cominciare dal recupero del quasi sicuro ritardo scolastico, per finire alla sottrazione da quelle mani adulte che l’indussero all’attività criminosa. La forza repressiva, invece, deve farsi più decisa e severa proprio nei confronti dei genitori o di chi esercita la potestà, perché non deve essere possibile che nelle nostre strade si riproducano fenomeni già lacrimevolmente descritti nelle pagine di Dickens. E’ vero che la tenera età non esclude il precoce insorgere della delinquenza e della ferocia, ma è anche vero che non sarà prendendosela con i ragazzini che renderemo più sicure le nostre città.

Nei giorni scorsi ho sostenuto che alla giustizia italiana non deve essere dato un euro in più, anzi, che i costi della malagiustizia devono essere incisivamente tagliati proprio per abbatterne gli aspetti più incivili ed inumani. Lo confermo, ed i reclami del ministro Mastella non fanno che confermare la giustezza di questa posizione. Ma la giustizia minorile, e più ancora il recupero di quei ragazzi, meritano un’attenzione particolare e diversa, in modo che non ci si debba vergognare innanzi a persone cui la società degli adulti ha fin qui mostrato il peggio di sé.

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