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Le trattative fra i nuovi azionisti Telco

Telecom e la lotteria Pistorio

I mercati soffrono l’incertezza sul futuro del management. Nel frattempo Telefonica…

di Alessandro D'Amato - 08 maggio 2007

E’ Pistorio il primo problema da risolvere per Telco. Nel giorno della presentazione della trimestrale di cassa, a tenere banco è il destino del neo-presidente di Telecom, sul quale si scontrano due linee contrapposte: quella di Mediobanca e quella di Sant’Intesa. La figura di Pistorio è percepita da alcuni azionisti come troppo vicina all’ex azionista di controllo, e quindi, nonostante il tiepido gradimento di Telefonica – che comunque non farebbe barricate se Telco decidesse di invitarlo a lasciare – gli altri soci sarebbero per un nome nuovo.

Anche all’interno di Piazzetta Cuccia c’è l’idea che è necessario un forte appoggio al management (il vicepresidente esecutivo Carlo Buora, che ha rotto con Tronchetti, e l’a.d. Riccardo Ruggiero), il dibattito è aperto sulla poltrona di presidenza. Nel cda che si è riunito venerdì per ratificare l’accordo, è stato il presidente di Capitalia Cesare Geronzi, appoggiato da Vincent Bolloré a dire che sarebbe il caso di richiamare in Telecom Guido Rossi come figura di presidente di garanzia, sia perché l’emergenza che l’aveva portato al vertice non è ancora finita, sia perché tutti gli aspetti tecnico-giuridici del problema della rete favorirebbero una figura come la sua. In più, la presenza di Franco Brescia (ex assistente del professore) in azienda sarebbe un segnale chiaro.

Sul fronte Sant’Intesa, invece, il nome più gradito sarebbe quello di Franco Bernabé, a cui affiancare poi un ad “del mestiere” come Vittorio Colao o Francesco Caio. Anche qui la funzione “di garanzia” sarebbe esplicitata (ma il coté politico è più ulivista che diesse), ma in più ci sarebbe in ballo anche un rinnovamento totale della guida industriale dell’aziende. E in quel caso non si sa come potrebbero reagire i mercati, già ampiamente stressati dall’altalena di questi mesi. Comunque, le trattative sottotraccia continueranno ancora per un po’. E il cambio della guardia non è imminente. Intanto domani all’ordine del giorno ci sarà la trimestrale di cassa, che si presenterà con numeri vicini alle aspettative degli analisti: ebitda in calo al 41,7%, contro il 44% dello stesso periodo dell’anno scorso, ricavi arrivati a 7 miliardi e mezzo e un risultato operativo di 1,74 miliardi, con marginalità pari al 23,1%; il debito è sostanzialmente stazionario, essendo arrivato a 37,2 miliardi contro i 37,3 di fine 2006.

E proprio ieri è arrivata una novità proprio in tema di azionariato: Telefonica credeva di avere in mano una partecipazione del 10% nel capitale di Telecom Italia, ma in realtà è solo del 6,9%, perché nel computo totale fatto non rientravano le azioni privilegiate. Lo ha scritto ieri El Pais secondo il quale la sopravvalutazione di Telefonica è contenuta nella sua dichiarazione alla Consob spagnola (Cnmv) ed è dovuta al fatto che il capitale di Telecom Italia è diviso in azioni ordinarie, che detengono tutti i diritti di voto, e privilegiate. Solo nel tardo pomeriggio la compagnia spagnola ha ammesso l’errore e la notizia è rimbalzata fino in Italia.

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