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E la Fed si appresta a superare il 4,5%

Tassi: la Bce tra rischi e prudenza

Il secondo rialzo in tre mesi produrrà danni per chi, come l’Italia, ha un debito al 110%

di Enrico Cisnetto - 21 febbraio 2006

In Europa c’è un po’ di ripresa, e gli iper prudenti banchieri della Bce si fanno coraggio e mettono in cantiere un nuovo rialzo dei tassi. Minimo, per carità, un quarto di punto per arrivare al 2,5%, ma è già molto per chi ha tenuto per anni il saggio di sconto inchiodato al 2%. Il problema, però, è che in Italia la ripresina continentale ancora non c’è – e i dati forniti ieri dall’Istat su fatturato e ordinativi dell’industria, gonfiati dall’aumento dei prezzi dei prodotti energetici, non devono trarre in inganno – mentre saremo noi a pagare maggiormente l’aumento del costo del denaro, visto che abbiamo il debito al 110% del pil. Certo, se Francoforte decide di alzare i tassi per la seconda volta in tre mesi, vuol dire che giudica stabile la fase di crescita in Europa. Ma stabile per chi? Il guaio della politica monetaria comune mentre quella economica è ancora del tutto in mano agli stati nazionali, è che i tassi sono uguali per tutti, ma la curva del pil differisce vistosamente da paese a paese.

Il rischio, poi, è che la rincorsa dei tassi, tra Europa e Stati Uniti, non finisca qui. Oggi sono attesi nuovi dati sull’economia americana, ma tutti scommettono sul fatto che il governatore Bernanke, nella prossima riunione della Federal Reserve del 28 marzo, prosegua la politica del suo predecessore Greenspan e metta a segno l’ennesimo rialzo, superando l’attuale 4,5%. Per una volta sembra che sia la Fed a seguire la Bce, e non viceversa, ma è solo un effetto ottico. Sta di fatto che il rialzo dei tassi proseguirà, e per la finanza pubblica italiana saranno guai. Specie se non potremo compensarlo più di tanto con una crescita del pil. Anche perchè il dollaro non si schioda, i consumi interni sono stagnanti e i margini per gli investimenti pubblici si restringono.

Pubblicato sul Messaggero del 21 febbraio 2006

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Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.