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Verso la Costituente

Subito un governo di "emergenza nazionale"

Società Aperta presenta la proposta di legge per l’Assemblea Costituente

di Enrico Cisnetto* - 25 gennaio 2008

Con la caduta del governo Prodi si è finalmente archiviata un’esperienza che se ci fosse stato un minimo di senso di responsabilità non si sarebbe dovuto neppure avviare, andando dopo il “pareggio” elettorale del 2006 ad un esecutivo di Grande Coalizione. Ora è venuto il momento di chiudere definitivamente la tragica esperienza della Seconda Repubblica, che l’Italia paga vivendo una condizione di declino e di degrado senza precedenti, fino al punto di dover temere una vera e propria “emergenza democratica”.
Ma perchè si apra davvero una stagione di svolta, a giudizio di Società Aperta occorre una “rottura” politica e istituzionale che – se si vuole democratica e non autoritaria – a questo punto solo una Assemblea Costituente, rifondativa della nostra Repubblica, può assicurare.

Per questo, Società Aperta ritiene che andare a votare subito o dopo aver consumato il rito illusorio della consultazione referendaria non consentirebbe affatto di dar vita ad una vera Terza Repubblica. Infatti, se si dovesse votare con l’attuale legge elettorale si riproporrebbero le vecchie condizioni del “bipolarismo armato”, cioè quella disastrosa forma di “democrazia dell’alternativa” che ci ha prodotto solo ingovernabilità; mentre se il voto dovesse essere esercitato con la normativa riveniente dal referendum, si andrebbe verso un pericoloso “bipartitismo consociativo” che consegnerebbe l’inderogabile necessità della pacificazione nazionale nelle mani di coloro che in questi anni hanno “militarizzato” la politica.

Viceversa, Società Aperta propone che si faccia subito un Governo di emergenza nazionale che, avendo come traguardo il completamento dell’attuale legislatura, abbia il mandato prima di far approvare la legge di convocazione della suprema Assemblea, e poi, una volta eletta dai cittadini, di accompagnare il lavoro dei Costituenti con l’attività legislativa relativa alle materie non di carattere costituzionale.
In questo quadro – considerato che la scelta di qualsiasi legge elettorale non può prescindere da quella del sistema istituzionale, e che quindi entrambe vanno fatte contestualmente – appare più che mai opportuno delegare all’Assemblea Costituente anche la definizione delle nuove regole di voto, pur non avendo queste, almeno finora, un profilo costituzionale.
Questo significa che qualunque modifica della legge elettorale, dei regolamenti parlamentari e delle norme costituzionali dovesse essere decisa nel frattempo, vuoi per via parlamentare vuoi per via referendaria, dovrà comunque essere rimessa al giudizio insindacabile dell’Assemblea Costituente, ai fini di attivare una riforma organica e condivisa del sistema politico e istituzionale, senza la quale al Paese continueranno ad essere offerti solo interventi parziali, disorganici ed imposti dallo schieramento di volta in volta maggioritario.

Da tempo Società Aperta, con la consulenza di un gruppo di costituzionalisti, ha elaborato una proposta di legge per la convocazione di una Assemblea Costituente, che in questa circostanza è lieta di offrire all’attenzione delle forze politiche e della massime cariche istituzionali.
Il disegno di legge, nelle sue linee essenziali, prevede un’Assemblea formata da 250 componenti (indicando l’incompatibilità con la carica di membro del governo e delle Camere), 240 dei quali eletti con metodo proporzionale, con l’espressione del voto di preferenza nell’ambito di liste concorrenti presentate in un’unica circoscrizione nazionale e 10 indicati dal Presidente della Repubblica, scelti con i criteri previsti dall’articolo 135 dell’attuale Costituzione per l’elezione dei membri della Corte Costituzionale.
L’Assemblea Costituente, che avrà 18 mesi di tempo per concludere i suoi lavori, dovrà intervenire sull’intero impianto della Costituzione, compresa la prima parte della stessa, pur con i limiti dell’intangibilità della forma repubblicana e del rispetto dei principi e diritti fondamentali dell’ordinamento.
L’attività dell’Assemblea, in virtù del conferimento ad hoc di un potere costituente, non sarà soggetta allo stallo conseguente ai veti della rappresentanza parlamentare tradizionale.
Il divieto di interferenza con il Parlamento, eviterà quindi i blocchi causati dalla commistione della funzione di revisione costituzionale con la funzione legislativa comune.

Naturalmente il governo bipartisan che sarà incaricato di portare a compimento la legislatura dovrà altresì affrontare tutti i maggiori problemi del momento – dall’emergenza ambientale in Campania alla diffusa mancanza di legalità e sicurezza, dalla difficile congiuntura economica al collasso della giustizia – inquadrando la loro soluzione nell’avvio di quelle grandi riforme strutturali la cui mancata realizzazione in questi anni è il principale motivo di fallimento delle istituzioni pubbliche e della conseguente nascita di un pericoloso ma comprensibile sentimento di anti-politica.

*Presidente Società Aperta

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