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Il ritorno del Cavaliere

Silvio come Mao

Altro che rivoluzione liberale. Da 20 anni Berlusconi rappresenta l'involuzione culturale di un intero Paese

di Luca Bagatin - 19 settembre 2013

Per dovere d"ufficio mi sono sorbito l"ennesimo grottesco videomessaggio di Silvio Berlusconi. L"unica cosa che ricordo distintamente, oggi, è la faccia del Cavaliere, ovvero sempre più simile al dittatore comunista Mao Tse-Tung. Del resto Berlusconi - come Mao - rappresenta l"involuzione culturale di un intero Paese, fatta passare per rivoluzione.

Involuzione illiberale, giacché, sin dal 1994, ci fece credere che sarebbe riuscito a mettere mano alla macchina amministrativa statale, a diminuire le tasse, a snellire la pubblica amministrazione, a creare un milione di posti di lavoro. Ad oggi, nonostante i vent"anni dell"Era berlusconiana (con tanto di appoggio della "sinistra" che con il Cavaliere - oggi palesemente e ieri occultamente - governa il Paese) queste semplici riforme sono rimaste del tutto inattuate.

La macchina statale è più forte di prima, le imposte sono aumentate e rischiamo anche un ulteriore aumento dell"IVA, la pubblica amministrazione è più parassitaria di prima e di posti di lavoro se ne sono perduti a milioni. Spiace che, anziché il solito grottesco messaggio, Silvio Berlusconi non abbia chiesto scusa all"intero Paese per ciò che non ha fatto, per le amicizie scomode con i peggiori dittatori islamo-comunisti da Gheddafi a Putin passando per Lukashenko, per le frodi fiscali e politiche che ha commesso.

Spiace davvero, perché avrebbe potuto uscire di scena da signore. Ed invece no. Alla soglia degli ottant"anni, novello Dottor Sottile Amato, ce lo ritroviamo ancora lì, tronfio, a prendere in giro ancora gli elettori, trasformatisi in vent"anni in telespettatori coccolati da mamma tivù.

Spiace che anche a "sinistra" non facciano ammenda, non ammettano di essere da trent"anni in combutta in il Cavaliere, sin dai tempi di Milano 3 (si veda "Il Baratto" di Michele De Lucia e la biografia di Paolo Guzzanti su Berlusconi). Spiace che tutti quanti non chiedano scusa e si chiuda, finalmente, una brutta pagina del nostro Paese che dura dal 1993, ovvero da quando gli sconfitti dalla Storia e gli imprenditori senza scrupoli hanno preso d"assalto le Istituzioni con il concorso di quella magistratura che, oggi, dicono di voler abbattere.

Pur tuttavia, facciamo notare che separazione delle carriere dei magistrati, spoliticizzazione del CSM e responsabilità civile dei giudici, in vent"anni di governi di Centro-Destra-Centro-Sinistra, non sono mai state introdotte. Forse perché faceva e continua a far comodo così.

Commedianti in Parlamento, oggi fintamente sbeffeggiati da quei grillini comandati a bacchetta da un ex comico prezzolato dalla Rai Tv di democristiana gestione. Sic ! Giù la maschera e scenda il sipario su questo circo, please. E l"elettorato nel suo complesso, si svegli un pochino, che sarebbe ora.

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Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.