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I dati sulla produzione industriale

Se le imprese devono arrangiarsi

Sulla crescita il palazzo ha poco da compiacersi. Ringrazi gli imprenditori

di Alessandro D'Amato - 20 marzo 2007

Le imprese hanno fatto tutto da sole. Non ci sono stati aiuti". Ha ragione Anna Maria Artoni, presidente degli industriali dell"Emilia-Romagna, che rivendica la crescita economica in atto ad esclusivo merito degli imprenditori che sono stati capaci di “riorganizzarsi” e di agganciare la ripresa. Le dichiarazioni della Artoni, fatte presentando, insieme ad Unioncamere, i dati di consuntivo per il 2006 in Emilia-Romagna spiegano che le azioni mirate al sistema delle imprese cominciano a dare risultati”, mentre l’imprenditrice non vede vantaggi dall" azione del Governo.

"Quelli del cuneo fiscale non si sono ancora visti" precisa ricordando che le industrie italiane hanno diversi elementi di zavorra in più rispetto ai concorrenti europei (burocrazia, sistema infrastrutturale in ritardo, costi energia). Quanto alle risorse aggiuntive derivanti dalla crescita che il Governo sta pensando come distribuire, Artoni dice "che è meglio evitare battaglie del tipo questo a me e questo a te"" ed invita a metterle "laddove c"é il ritorno più rapido", sottolineando nel contempo che "indubbiamento in Italia c’é una pressione fiscale più alta che in altri paesi. Se non si mette benzina nel motore - conclude - è evidente che il motore si spegne e se non si produce ricchezza non c"é nulla da distribuire". E oggi, nonostante per il sistema delle imprese le incognite continuano ad essere molte.

La produzione industriale è stata in calo a gennaio (-1,4% su dicembre), è per di più l’Isae pronostica per tutto il primo trimestre un complessivo – 0,1%, (solo ad aprile +0,3%). Non solo: la Confcommercio prevede una crescita dei consumi soltanto dell’1,4% quest’anno – addirittura in diminuzione rispetto al 2006 – e così si conferma la difficoltà ormai pluriennale di questa voce che contribuisce alla formazione del pil. E’ vero poi che la bilancia commerciale continua a registrare saldi positivi per l’export, ma soltanto verso i paesi Ue (+19,4% a gennaio). Rispetto al resto del mondo (-3%) permane una situazione di difficoltà che continua a ripetersi da anni (a gennaio del 2007 un saldo negativo per 3,68 miliardi di euro); e in ogni caso il conto import/export continua ad essere sbilanciato in negativo, per colpa di una bolletta energetica sempre più onerosa.

Oggi la situazione italiana, nonostante i numeri positivi del pil 2006 e le previsioni ottimistiche per il 2007, continua a essere difficile: anche la trimestrale di cassa ha previsto un prodotto interno lordo in tendenziale diminuzione negli anni a venire. La risposta a questo destino sono le riforme strutturali e una politica industriale finalmente incisiva e che comporti la possibilità di fare delle scelte. In attesa di ciò, continuiamo a vivacchiare.

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