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Public Policy

Una pratica senza scusanti

Rimborsi senza senso

Per quale motivo i partiti si vedono rimborsare decine di volte in più di quanto spendono?

di Giacomo Properzj - 09 dicembre 2011

Nell’aprile del 1993 si era svolto un referendum con otto quesiti, uno dei quali proponeva l’abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti politici. Ad esso aveva partecipato il 77% degli aventi diritto e il 90,3% aveva detto chiaramente di voler abrogare il finanziamento pubblico. Ma i signori di Roma non si erano persi d’animo e avevano detto: “Non volete più darci dei quattrini per finanziare le nostre attività? Va bene, come volete, però almeno continuate a rimborsarci le spese che dobbiamo sostenere quando ci sono le elezioni”. E così è stata approvata, subito dopo il referendum, una legge che concedeva ai partiti politici un “contributo per le spese elettorali”.

Un rimborso è un rimborso: se io viaggio per conto di una ditta e spendo 100 il rimborso, se non ho fatto spese folli, al massimo sarà di 100. Ma vediamo cosa è successo. Elezioni del 2006. Le spese di Rifondazione Comunista , certificate dalla Corte dei Conti, erano state 1 milione e 636 mila euro e i voti ottenuti gli avevano dato il diritto di ricevere dalla pubblica amministrazione un “rimborso” di 6 milioni e 987 mila euro all’anno per cinque anni. In totale 34 milioni 932 mila euro (fonte: Corte dei Conti, relazione sulle elezioni politiche del 9 e 10 aprile 2006, pagina 269) . Dunque al partito Rifondazione Comunista per ogni 100 Euro spesi ne sono stati “rimborsati” 2.135, che in parte ha incassato anche dopo le elezione del 2008, quando non era più rappresentato in Parlamento Elezioni del 2008. Le spese certificate dalla Corte dei Conti della Lega Nord sono state 2 milioni e 940 mila euro e i voti ottenuti gli hanno dato il diritto di ricevere dalla pubblica amministrazione un “rimborso” di 8 milioni e 277 mila euro all’anno per cinque anni. In totale 41 milioni 385 mila euro (fonte: Corte dei Conti) . Dunque al Carroccio per ogni 100 Euro spesi ne sono stati “rimborsati” complessivamente 1.408. Questo per le elezioni del 2008, che si sommano ai “rimborsi” relativi alle elezioni del 2006.

Per quanto riguarda PDL e PD, la Corte dei Conti ha certificato che per le elezioni del 2008 il primo ha speso 54 milioni e ne incasserà 206 (il “rimborso” è stato uguale al 381% della spesa) mentre il secondo, dopo averne speso 18, ne incasserà 180 (il “rimborso” rappresenta il 1.000% della spesa).

La Corte dei Conti ha scritto che “ quello che viene normativamente definito contributo per il rimborso delle spese elettorali è, in realtà, un vero e proprio finanziamento”. Con buona pace dei 31,2 milioni di italiani che col referendum del 1993 avevano dichiarato di volere l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.

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