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Il sistema politico e i soliti nuovismi

Ridateci il proporzionale

Il bipolarismo all’italiana è un castello di carte. Dove destra e sinistra sono fantasmi

di Luca Bagatin - 26 aprile 2007

Nulla di nuovo sul fronte politico o, meglio, tutto di nuovo. Il "nuovo" che avanza imperterrito come un fiume in piena. Un "nuovo" senza progetti innovativi, ma carico di "nuovismi". E così è nato il Partito Democratico fatto dei soliti noti postcomunisti e postdemocristiani con leader Romano Prodi. Ci chiediamo chi credono di prendere in giro e dubitiamo che gli elettori siano così ingenui. Fra l"altro parti importanti ed ormai ex diessine come le correnti di Mussi e di Angius stanno già fondando una "nuova" (sic !) forza politica che aderirà al Pse: la Sinistra Democratica.

E" partita inoltre la raccolta di firme dell"ennesimo referendum sulla legge elettorale. L"ennesimo strumento antipolitico e spazzatutto che vorrebbe relegare i partiti ad un ruolo di club di bocciofili, senza potere, garantendo la nascita di due grandi calderoni senz"anima manovrati dalle lobby economico-finanziarie. Come oggi. Più di oggi. Nuovismo senza idee portato avanti dai vecchi di ieri e di sempre. Da leader senza stoffa, senza una storia edificante alle spalle (che affonda le sue radici nel fascismo, nel comunismo e nell"opportunismo rutelliano) e senza progetti concreti per il presente e per il futuro. Ed allora avanti con le americanate (magari senza mai essere stati amerikani) del Partito democratico, dei referendum maggioritari, di fantomatici Partiti delle libertà senza libertà (di ricerca scientifica, di convivere con chi pare e piace indipendentemente dal sesso, di professare qualsivoglia credo...).

Alla fine di febbraio sul mio blog pubblicavo un articolo dal titolo "Ritorniamo al proporzionale" che qui vorrei rilanciare ritenendo ancora una volta che il sistema più vicino alle esigenze di rappresentanza e governabilità sia quello proporzionale puro. Senza sbarramenti e senza pregressi vincoli di coalizione. Esattamente, insomma, come nella Prima Repubblica in cui tutto sommato la stabilità era garantita ed in cui i partiti si alleavano dopo le elezioni taluni su punti condivisi. Ecco che allora la politica potrebbe tornare ad essere protagonista evitando il formarsi di due schieramenti che si delegittimano a vicenda al cui interno c"è di tutto e di più e obbligati a strare assieme solo per "vincolo di coalizione", mandando così a farsi benedire le specificità di ciascuna cultura politica. Ecco che forse tornerebbe in auge la "democrazia dei partiti" (altro che partitocrazia !) che erano delle vere e proprie scuole di pensiero e di formazione di personale politico.

Ecco che forse si riuscirebbero ad arginare le lobby economico-finanziarie che da un quindicennio a questa parte influenzano Governo e Parlamento. E così anche le forze estreme dei due schieramenti. Nessuno, stranamente, propone un ritorno ad un proporzionale chiaro e semplice ove le forze politiche avrebbero la possibilità di confrontarsi serenamente su singole riforme senza scontrarsi su parole vuote come "destra" e "sinistra". E questo perché tutti temono di far cadere quel castello di carte che si chiama "bipolarismo all"italiana" in cui le due coalizioni fingono di farsi la guerra per poi darsi mutuo aiuto sottobanco.

L"unico terreno d"incontro fra innovatori e conservatori (che non coincidono affatto con questa destra e con questa sinistra) potrebbe essere proprio il proporzionale puro che consentirebbe una libera aggregazione di forze e di cervelli per il bene del Paese. Senza falsi "nuovismi". Nel solco della tradizione e permettendo l"inclusione di personale politico giovane che possa formarsi in solide strutture che prendono il nome di partiti politici ovvero di libere associazioni politiche.

www.lucabagatin.ilcannocchiale.it

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