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La scomparsa dell’ex-assessore emiliano

Ricordo di Riccarda Nicolini

Società Aperta ricorda con ammirazione un’amministratrice degna, colta e capace

di Alessandra Servidori - 27 marzo 2007

Riccarda Nicolini ci ha lasciato, donandoci affetto e amore, generosamente così come ha vissuto, fino all’ultimo istante pensando incondizionatamente alle persone a lei più care di se stessa,alla sua famiglia,ai suoi amici. Ho conosciuto Riccarda in una luminosa mattina di marzo di tanti anni fa. Era Assessore alla Sanità della Regione Emilia-Romagna ed erano momenti esistenziali per gli emiliano-romagnoli della nostra generazione: si discuteva animatamente da posizioni diverse della legge sulla contraccezione.

Lei appassionata e stimata amministratrice (soprattutto dal Ministro Donat Cattin), mite ma profondamente determinata, dolcemente ironica, lucida e colta; amica, compagna di tante avventure intellettuali, anticipatrice di idee, progetti, iniziative destinate a restare e a dare frutto. Come la difficile e faticosa strada per costruire Obiettivo Lavoro negli anni recenti che ora, anche grazie a lei, rappresenta la più innovativa struttura di incontro tra domanda e offerta di lavoro. Riccarda ha espresso la stessa forza, lo stesso impegno e ottimismo nell’affrontare la vita e la malattia. Parlavamo moltissimo di tutto: di cultura, di politica, delle nostre storie personali, del nostro passato, delle nostre esperienze; ininterrottamente, in maniera alluvionale, passeggiando per ore intere, che volavano via leggere accompagnate spesso dal suo recitare poesie, magari misurando con altri amici la memoria e la sintonia. Si esprimeva in una prosa che la rispecchiava: semplice, chiara, incisiva, i suoi scritti e i suoi pensieri e sentimenti, i più difficile e profondi, scorrono come ruscelli d’acqua. Nelle parole che mi mandava nelle cartoline dei suoi ultimi viaggi c’è tutta lei stessa: “Saluti da Vienna dal Danubio blu con l’armonia profonda della vita”.

Riccarda era una grande maestra di vita, direi una vocazione naturale e aveva nei confronti della conoscenza e del sapere il senso del limite soggettivo e l’umiltà che solo i grandi intellettuali riescono ad avere; sottoponeva a chi lavorava con lei le sue proposte e aspettava con impazienza le osservazioni, le reazioni: era una perfezionista intelligente. Era al contempo di una tolleranza e disponibilità infinita e di una gentilezza estrema: una vera signora che ha saputo, in particolari e difficili momenti, insegnare agli stolti i valori del rispetto, della convivenza e della dignità della persona. E’ doloroso ma nel contempo mi è caro ricordare Riccarda, la nostra amicizia soprattutto ora che il filo apparentemente sembra spezzato e in tanti siamo costretti a fare a meno delle sue generose qualità: lei vive nell’amore che ci ha trasmesso e lasciato e nei legami tenaci che ci accompagnano. Riposa serena amica nostra.

Pubblicato su Il Resto del Carlino di Mercoledi 28 marzo

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