Realismo con troppe incognite
Spinto da Bruxelles, Siniscalco ammette la recessione, ma non dice come la affronteràdi Enrico Cisnetto - 06 luglio 2005
E veniamo alle scelte di politica economica, che poi dovranno essere tradotte nella Finanziaria. Qui, a parte che il Dpef risente del marcamento stretto di Bruxelles su Siniscalco e dunque è più attento al risanamento finanziario che allo sviluppo, le idee sono poche e per di più confuse. Si diceva il taglio dell’Irap: bene, ma a parte i problemi di copertura finanziaria, non sappiamo ancora chi ne beneficerà – si avrà il coraggio di farlo selettivo? – e in che contesto di politica industriale sarà calato. In secondo luogo, il Dpef indica nella riduzione del cuneo contributivo, che impoverisce le buste paga ma le rende “pesanti” per le imprese, l’altra area di intervento. Giusto, specie dopo la inutile (anche elettoralmente) e costosa sbornia dei tagli all’Irpef. Ma a parte le modalità che non si conoscono – e qui i dettagli sono tutto – va detto che per rendere l’intervento un minimo significativo occorre che sia di almeno una decina di miliardi, e anche in questo caso si porrà il problema della copertura. Se a tutto questo si aggiunge il fatto che, more solito, la maggioranza mostra di avere idee diverse sulle cose da fare, o in molti casi di non averne affatto, il risultato è che non si sbaglia ad immaginare che la strada tra la bozza di Dpef e l’approvazione finale della Finanziaria sarà assai lunga e decisamente impervia.
Pubblicato sul Messaggero del 6 luglio 2005
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Società Aperta è un movimento d’opinione, nato dall’iniziativa di un gruppo di cittadini, provenienti da esperienze professionali e politiche differenti, animati dalla comune preoccupazione per il progressivo declino dell’Italia, già dal lontano 2003, quando il declino dell’economia, almeno a noi, già era evidente come realtà acquisita. L’intento iniziale era evitare che il declino diventasse strutturale, trasformandosi in decadenza. Oltre a diverse soluzioni economiche, Società Aperta, fin dalla sua costituzione, è stata convinta che l’unico modo per fermare il declino sarebbe stato cominciare a ragionare, senza pregiudizi e logiche di appartenenza, sulle cause profonde della crisi economica italiana e sulle possibili vie d’uscita. Non soluzioni di destra o di sinistra, ma semplici soluzioni. Invece, il nostro Paese è rimasto politicamente paralizzato su un bipolarismo armato e pregiudizievole, che ha contribuito alla paralisi totale del sistema. Fin dal 2003 aspiravamo il superamento della fallimentare Seconda Repubblica, per approdare alla Terza, le cui regole vanno scritte aggiornando i contenuti della Carta Costituzionale e riformulando un patto sociale che reimmagini, modernizzandola, la costituzione materiale del Paese. Questo quotidiano online nasce come spin-off di Società Aperta, con lo scopo di raccogliere riflessioni, analisi e commenti propedeutici al salto di qualità necessario