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Chi era il leader Benedetto?

“Quando Benedetto divenne Bettino”

Se Pillitteri è Saint-Simon, Craxi fu almeno Scipione

di Giacomo Properzj - 17 gennaio 2008

Grande successo di pubblico per la presentazione a Milano del libro di Paolo Pillitteri sulla gioventù politica di Bettino Craxi (“Quando Benedetto divenne Bettino”): io stesso, arrivato con un quarto d"ora di anticipo, non ho più trovato posto e, coi tempi che corrono, anche per un cieco con la barba bianca c"è poca possibilità di sedersi. Per fortuna un ex assessore comunista mi ha ceduto il suo posto sussurrandomi “sai, quando i socialisti sono seduti su una poltrona è difficile che si alzino”. Gli oratori (Cervetti, Confalonieri, Ferrara, Formigoni, Giannino, Tabacci) erano tutti di grande prestigio ma, tranne Cervetti, avevano ancora i calzoni corti all"epoca di cui si parla nel libro di Pillitteri, per cui han dovuto tenersi sulle generali come ha fatto Formigoni in una sorta di elogio della banalità oppure Ferrara che ha messo un po" di pepe nel suo intervento raccontando come fosse andato una sola volta nella sua vita nel famoso ufficio di piazza del Duomo per incontrare Craxi e Berlusconi insieme con Enrico Deaglio che però non ricorda più l"episodio. Oggetto della visita era il ripianamento del bilancio del giornale Reporter che con esiti economicamente disastrosi avevano diretto fino a quel giorno.

Tabacci si è intrattenuto sui rapporti Marcora-Craxi agli inizi degli anni "60 in sostegno del centrosinistra milanese che anticipava quello nazionale. Confalonieri ha iniziato citando Saint Simon e altri memorialisti che lui legge preferendoli agli storici e accostandoli tutti a Pillitteri. Avendo iniziato con citazioni francesi e inglesi, ha poi finito, più simpaticamente, con citazioni milanesi. Quanto a Oscar Giannino egli ha fatto una pubblica ammenda dei suoi articoli anticraxiani pubblicati sulla Voce Repubblicana, in un certo periodo, quasi quotidianamente (data la diffusione di quel giornale non so fino a che punto Craxi se ne accorgesse) e ha raccontato che era in tribuna ad ascoltare il famoso discorso di autodenuncia di Craxi sulla corruzione dei partiti e di aver mandato un biglietto al suo segretario (non ha detto il nome ma mi pare fosse Giorgio La Malfa) perchè pronunciasse un analogo intervento. Da qui uno scontro in serata che lo portò fuori dal partito repubblicano.

Come ho detto l"unico che conosceva Craxi dal "53 era Cervetti che l"aveva conosciuto all"UNURI, l"organizzazione rappresentativa degli studenti universitari oggi improvvidamente scomparsa, dove Craxi divenne anche presidente e mosse i primi autorevoli passi della sua carriera politica. L"UNURI e le associazioni gogliardiche (UGI, AGI, Intesa, Fuan) che ne facevano parte in guisa di partiti politici è stata l"incubatrice di tutta la classe dirigente politica degli anni "70 e "80 del secolo scorso. Quasi tutti i leaders laici e cattolici si formarono là dentro, vorrei dire nel bene e nel male visto che alcune malattie della “casta” nascono proprio da lì e da quelle malattie nasce la sconfitta di una classe dirigente di cui Bettino Craxi è stata l"espressione più autorevole. Noi che non per virtù ma per ragioni anagrafiche abbiamo avuto la fortunata occasione di conoscere Craxi negli anni della sua prima giovinezza politica lo ricordiamo già deciso e fermo nelle sue idee, attento nella tattica politica, ironico e distaccato come fu per tutta la vita. I media che lo ritraggono nel periodo della sua affermazione ci hanno rimandato l"immagine di un Craxi assai diverso da quello che era perchè era un uomo di grande finezza intellettuale e di grande umanità, forse anche un po" timido, affezionato agli amici soprattutto della sua prima gioventù.

Un uomo che ha vissuto un"esistenza intensa e tutta nella politica in nome dei suoi ideali che erano allo stesso tempo antichi, risorgimentali e moderni. Un uomo a cui la vita ha dato vittorie e sconfitte, più dolorose quest"ultime, come quella, probabilmente, la prima, quando sulla spiaggia di Mira mare di Rimini, dopo essere stato sfiduciato dalla presidenza dell"UNURI per il tradimento dei Radicali, lo vidi chino su una barca da pesca piangere di rabbia. Qualcuno, allora, vicino a me mi disse, forse ironicamente, anche il giovane Scipione piangeva dopo Canne. Paragone esagerato come quello fra Saint Simon e Pillitteri ma non privo, per la modesta vita che abbiamo vissuto, di qualche significato.

Dal Riformista del 17 gennaio 2008 pag.3

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