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Con Renzi al comando

Prudenza e narcisismo

Solo Letta può scongiurare il rischio di nuove elezioni. L'ambizione del segretario Pd può portarci nei guai

di Gaetano D'Ambrosio - 07 gennaio 2014

Alla fine del ventennio di egemonia berlusconiana, da più parti è stato ritenuto che, finalmente, si potesse avviare una nuova fase politica, dove un corretto gioco democratico, anche con una dura e severa dialettica, potesse trovare attuazione. Questo ottimistico auspicio, però, trova un suo limite e un suo svilimento nella difficoltà di sgombrare interamente il terreno politico dalle macerie lasciate dal berlusconismo. Tanto è che emerge più chi riesce ad utilizzare con maestria la comunicazione piuttosto chi con serietà porta proposte sagaci per avviare a soluzione la crisi generale imperante.

Tutto questo è tanto più vero se si guarda alla capacità di aggregazione della protesta da parte di un ex comico che, con l"utilizzo sapiente della comunicazione web, riesce a convogliare sul suo movimento un gran consenso, senza alcuna finalità costruttiva ma solo per dare un cospicuo contributo alla disgregazione sociale; e non solo, anche nell’attuale maggior partito (si fa per dire) il PD, ultimamente è prevalso chi con notevole capacità riesce a saper parlare alla gente, anche se il suo messaggio, allo stato, resta fumoso e sostanzialmente incomprensibile sul piano della proposta, tanto è che il cantante Ligabue ha definito il giovane Sindaco Renzi “un berluschino”.

In questa situazione di complessiva confusione Renzi è riuscito a prevalere nel PD, coagulando un consenso sproporzionato ed inspiegabile, al quale ha contribuito in maniera consistente una smisurata parte di elettori non iscritti al PD, e che, alle politiche, difficilmente indirizzerà il suo voto verso lo stesso PD. Non sarebbe normale tale elezione se i partiti funzionassero davvero!!! Questo dato e questa considerazione spingono Renzi a voler sfruttare questa onda, perché, con il suo spiccato narcisismo, ritiene di poter vincere e prevalere su tutti in una imminente e ravvicinata competizione elettorale, in cui egli partirebbe da gran favorito e potrebbe risultare il sicuro vincitore. L"attuazione di questo disegno comporta il rischio di compromettere la ripresa economica ed il varo di alcuni urgenti ed indispensabili provvedimenti (riforma elettorale; riforma delle Camere; riduzione delle spese; riforma del lavoro e del cuneo fiscale - per citare i più impellenti -, pur di tentare di cogliere il momento, e senza avere la certezza di conseguire la vittoria, che comunque resta del tutto aleatoria. Perciò, se non dovesse, viceversa, prevalere la prudenza di Letta, Renzi potrebbe produrre danni enormi ancora più di Berlusconi.

Ecco perché avevo auspicato che i più responsabili (sic!!) del PD si impegnassero a fare di tutto per rinviare il congresso nazionale che con l’epilogo dell"otto dicembre 2013 può portare al suo definitivo sgretolamento. È di questi giorni il rilievo che la Borsa italiana sta accumulando un notevole progresso e, cosa ancora più rilevante, il famoso “spread” dalla punta massima di 574 va riducendosi fino a scendere al di sotto dei 200 punti, determinando, così, una consistente riduzione del costo degli interessi del debito pubblico italiano che può essere utilizzato per il rilancio del lavoro. E i nuovi dirigenti politici, invece di sfruttare questo utile momento, per la loro smodata ambizione, pensano di ricorrere alle urne, assecondando il perverso ed irrazionale disegno di Berlusconi. Che coincidenza!!!

Ah!!! Eterogenesi dei fini!!! Allora, è tempo che Letta, che si distingue non solo per la sua prudenza ma anche per le sue capacità, dopo una lunga scuola, dia prova di saper assumere con responsabilità le opportune decisioni. La prudenza, è vero, è una grande virtù, ma se resta tale, può finire per produrre mali uguali o peggiori di quelli che normalmente producono gli incapaci. Letta, un laico-cattolico, guardi alla prudenza della Chiesa. Quando si procede nei conclavi alla elezione del Papa, non si ricorre quasi mai alla valutazione delle grandi capacità culturali dei candidati, ma si fa riferimento, piuttosto, alle sue doti di equilibrio e di prudenza, ed alla fine, a volte anche con forti contrasti, si arriva alla elezione di colui che si rivela, per il momento, il più adeguato.

Allora, è necessario che il Presidente Letta proceda sì con prudenza, ma, nel contempo, attui le decisioni più consone al momento, svilendo così nei fatti chi “si diletta” nei suoi giochi, ritenendo che se anche non si arrivi alle elezioni anticipate, si possa, nel tempo, logorare chi si sta adoperando con grande sacrificio a portare avanti la realizzazione, per quanto possibile, del “bene comune”. Ad maiora; ma è da sperare che a Renzi il gioco possa rompersi tra le mani! Difatti, un segnale, di tal guisa, del tutto eloquente è quello di Fassina, che ha messo in evidenza una concezione non solo padronale del Partito, ma anche il convincimento dell’attuazione del principio:”un solo uomo al comando”; “sono io che decido”, con ogni mezzo di comunicazione, - tanto da convocare la prima segreteria alle ore 7,30, che è nello spirito narcisistico del soggetto, oltre che, ispirato al motto, così come ha scritto, tra l"altro, Francesco Merlo su “Repubblica”: “coricati presto e levati di buon mattino se vuoi gabbare il tuo vicino”.

Ma di questo specifico aspetto, scriverò in un prossimo intervento.

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