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Cronaca di una mezza giornata di follia

Per qualche minuto (di tv) in più...

Berlusconi, Rutelli, Fassino, Fini e Casini: rissa continua in barba alla par condicio

di Alessandro D'Amato - 05 aprile 2006

Un giorno di ordinaria follia. Un balletto davvero indecoroso che ha visto come primi attori i leader dei più grandi (sic!) partiti italiani. Che si sono rincorsi in una guerra delle comparsate televisive degne più di un’audizione di veline che a una campagna elettorale.

Ha iniziato di prima mattina il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il quale – non contento di aver dato del “cxxxxxxe” a mezza Italia – ha pensato bene di farsi organizzare un assolo televisivo dal settimanale del Tg5, Terra. La voce comincia a girare intorno alle 11, quando prima Cuillo e poi Giulietti parlano di pressioni a Mediaset per organizzare un programma con ospite il solo Berlusconi. Fassino poi conferma, mentre si viene a sapere che la possibile presenza solitaria di Silvio Berlusconi su Canale 5 sarebbe stata decisa dopo che lo direzione ha tentato invano di convincere Romano Prodi della necessità di allestire in tutta fretta un terzo duello televisivo. Una volta incassato il rifiuto, Mediaset e lo staff di Berlusconi avrebbero deciso di procedere comunque con una trasmissione “in solitaria”. Poco dopo, Mentana smentisce che sia Matrix il programma scelto per l’assolo televisivo del Cavaliere, e arriva intanto la notizia che dovrebbe essere Terra a ospitarlo. Berlusconi dovrebbe essere intervistato da cinque giornalisti di sinistra per ovviare all’assenza di un ospite dell’Unione: è divertente in questa fase della mattinata notare che la direzione di Mediaset sembra non conoscere il regolamento della par condicio, che vieta espressamente questo tipo di trasmissione. Poi, in dieci minuti, arrivano due dichiarazioni di Berlusconi che rasentano il comico e l’assurdo. La prima, alle 12:26: “Stasera sarò da solo su Mediaset. Avrò contro giornalisti di sinistra così non violerò la par condicio”; la seconda, ancora più inquietante: “Abbiamo informato l’Authority che ha riconosciuto che questo comportamento (l’assenza di Prodi ndr) non era corretto e ha detto che l’invito poteva essere rivolto anche ad altri leader, questi ultimi hanno però rifiutato. L’autorità garante ha chiesto - ha affermato quindi Berlusconi - che venga garantito il dibattito, che ci sia un contraddittorio e così Mediaset mi ha richiamato dicendo che in trasmissione avrò contro alcuni giornalisti di sinistra come il direttore di Liberazione Sansonetti”. Ovviamente, dopo mezz’ora l’Autorità per le Tlc, che vigila sulla par condicio, smentisce di aver autorizzato alcunché. A quel punto, i direttori dei giornali riconducibili all’Unione dicono che non andranno a nessun faccia a faccia. E scatta la rappresaglia: Rutelli e Fassino annunciano che non andranno a Matrix per protesta. E da parte del comitato di redazione del Tg5 c’è una bella dichiarazione distensiva nei confronti del collega Capuozzo: “Il cdr del Tg5 si dichiara fermamente contrario all"ipotesi di una conferenza stampa del Presidente del Consiglio Berlusconi, da realizzare questa sera nell’ambito di uno speciale del telegiornale, ritenendo che, a chiusura di questa campagna elettorale, l’unico contraddittorio giornalisticamente accettabile sia la presenza del candidato o di uno dei leader dello schieramento avversario”. Evviva la solidarietà tra professionisti! Dopo pranzo, arriva il richiamo dell’Authority al rispetto delle regole, e, subito dopo, la rinuncia: Berlusconi non andrà a Terra. A quel punto, si potrebbe fare almeno Matrix, così la dose quotidiana di chiacchiera politica per i drogati da campagna elettorale è assicurata almeno per la seconda serata. No, invece: a quel punto sono Fini e Casini, stufi di aspettare Rutelli e Fassino negli studi di Canale 5, che se ne vanno, arrabbiati per la “volgare scorrettezza” degli avversari “che ci hanno fatto aspettare qui inutilmente”. E così, per colpa di qualcuno, non fa trasmissioni più nessuno.

Ora, fa specie che i vertici di Mediaset e un giornalista bravo e preparatissimo – una delle migliori firme del Tg5 – tentino di violare sotto gli occhi di tutti una legge delle Stato. Ma, per quanto riguarda il giornalista, si può capire la sua voglia di intervistare il presidente del Consiglio anche in solitaria. Meno, molto meno, si comprende come mai un’azienda quotata voglia mettere in pericolo il suo bilancio con una multa che si preannunciava salata soprattutto dopo che è stata appena sanzionata per 250 mila euro a causa della condotta scorretta di un suo direttore di Tg. Nel frattempo, non si capisce perché Fassino e Rutelli prima e Fini e Casini poi si siano fatti trascinare in questo inglorioso balletto di avanspettacolo sul vado-non vado a Matrix (che non aveva messo in atto né aveva in programma alcuna violazione della par condicio). L’unico modo per spiegare questa voglia di protagonismo (con la tecnica spiegata da Nanni Moretti nel film Ecce Bombo: “Mi si nota di più se non vado o se vado e mi metto in un cantuccio per tutta la sera?”) è nell’intento di fare una gara del più forte a scapito non solo dell’elettorato, ma anche della logica e di ogni gentlemen’s agreement. Già la giornata di martedì non era stata impeccabile, prima con la dichiarazione di Berlusconi e poi con la rissa quasi sfiorata tra gli stessi protagonisti di Matrix a Ballarò su Rai3 (con Fini che dice che l’esperto di economia di Fitch non può parlare dei conti italiani perché “non capisce niente e non sa neanche l’italiano”). Ma quella di oggi sta rasentando il ridicolo. Il brutto è che non solo la campagna elettorale non è finita, ma non si è conclusa nemmeno la giornata. E tutti quelli che si occupano di politica (per mestiere o per piacere), oggi pomeriggio cominciano già ad aver voglia di andarsene a letto.

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