lI nuovo inquilino della Casa Bianca
Obamiti di tutto il mondo unitevi!
Elezioni americane: un vero esempio di democrazia e di una politica non ideologizzatadi Davide Giacalone - 06 novembre 2008
Obamiti di tutto il mondo unitevi, che trionfi il luogo comune. Vi accorgerete che non esiste l’eroe americano degli antiamericani. Commuovetevi pure, ma quando vi saranno passati i lucciconi provate a ragionare: quel che ha portato Obama alla Casa Bianca è finito il giorno dell’elezione. La sua pelle è valsa più di quella che McCain si giocò in Viet Nam, perché l’averla scura segna un passo avanti per l’intero Paese, mentre di quella guerra passata (avviata da un democratico che i cretini immaginano pacifista: Kennedy) si fatica a coltivare il ricordo. Fra Luther King ed Obama ci sono stati Powell e Rice, ma nessuno dei due era eletto, e questo fa la differenza propagandistica. La sua oratoria magnetica ha funzionato meglio delle braccine tozze dell’avversario. Ma non governerà a chiacchiere, e nemmeno con l’epidermide.
La continuità sarà superiore alla rottura. Continuerà il tentativo, già in parte riuscito, di scaricare all’estero il costo dei debiti americani. Quando la campagna iniziò i due candidati proponevano tagli fiscali o aumento della spesa sociale. La crisi li ha praticamente unificati, cancellando le premesse e riducendole a slogan. Ed in politica estera il minore unilateralismo di Obama significherà due cose: a. maggiori spese per noi europei; b. minore forza a difesa della democrazia. Dal che derivano maggiori impegni militari e messa a frutto dei buoni rapporti con i potenziali nemici (Berlusconi valorizzerà il rapporto con Putin, mentre a Veltroni dovranno spiegare “the change”).
Dire a ceceni ed osseti che se la smazzino da soli, ovvero soccombano, sarà sufficiente a garantire la pace? Con il rinato imperialismo russo sì, se si limiterà alle proprie zone d’influenza, ma neanche quello se riprenderà a giocare su scacchieri diversi, come il medio oriente. Del resto, Biden non è la Palin, non è oggetto di folklore, è un esperto di politica estera che condivide l’uso delle armi. E sarà alla Casa Bianca. E come si regolerà il fondamentalismo islamico? Se penserà di avere a che fare con Usa indeboliti si ritroverà bombardato, come Bush non avrebbe osato.
L’elezione di Obama è gran bella cosa, segno di una grande democrazia che ha la grazia di una politica non ideologizzata. Da filoamericano, festeggio. Gli obamiti nostrani son caciaroni senza testa.
Pubblicato su Libero giovedì 6 novembre
La continuità sarà superiore alla rottura. Continuerà il tentativo, già in parte riuscito, di scaricare all’estero il costo dei debiti americani. Quando la campagna iniziò i due candidati proponevano tagli fiscali o aumento della spesa sociale. La crisi li ha praticamente unificati, cancellando le premesse e riducendole a slogan. Ed in politica estera il minore unilateralismo di Obama significherà due cose: a. maggiori spese per noi europei; b. minore forza a difesa della democrazia. Dal che derivano maggiori impegni militari e messa a frutto dei buoni rapporti con i potenziali nemici (Berlusconi valorizzerà il rapporto con Putin, mentre a Veltroni dovranno spiegare “the change”).
Dire a ceceni ed osseti che se la smazzino da soli, ovvero soccombano, sarà sufficiente a garantire la pace? Con il rinato imperialismo russo sì, se si limiterà alle proprie zone d’influenza, ma neanche quello se riprenderà a giocare su scacchieri diversi, come il medio oriente. Del resto, Biden non è la Palin, non è oggetto di folklore, è un esperto di politica estera che condivide l’uso delle armi. E sarà alla Casa Bianca. E come si regolerà il fondamentalismo islamico? Se penserà di avere a che fare con Usa indeboliti si ritroverà bombardato, come Bush non avrebbe osato.
L’elezione di Obama è gran bella cosa, segno di una grande democrazia che ha la grazia di una politica non ideologizzata. Da filoamericano, festeggio. Gli obamiti nostrani son caciaroni senza testa.
Pubblicato su Libero giovedì 6 novembre
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.