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Un po' di numeri

Nucleare addio

Sarà stata davvero una scelta efficace la rinuncia al nucleare?

di Marco Scotti - 05 luglio 2011

Tutti coloro che hanno votato Sì all’ultimo referendum sul nucleare dovrebbero essere al corrente di quanto sto per scrivere. Uso il condizionale non solo perché manco di granitiche certezze in proposito, ma perché ho la netta sensazione che invece a molti sfuggano alcune elementari verità.

Quanti sanno, ad esempio, che una centrale nucleare, come del resto quelle a carbone o idroelettriche, produce costantemente energia, mentre le centrali eoliche o fotovoltaiche dipendono – come è ovvio – rispettivamente dalla presenza del vento o del sole? Il piano di ritorno all’atomo varato dal governo prevedeva la costruzione di quattro centrali nucleari che avrebbero dovuto fornire 44 Twh l’anno di energia, il 15% del fabbisogno attuale del nostro paese. Una centrale nucleare da 1 Gw produce energia per circa l’80% del tempo, mentre un impianto eolico di analoga potenza solo per il 20-25%, soggetto com’è alla necessità di vento che in Italia, al contrario di quanto si pensa, non è così tanto presente.

Questo significa che per avere la stessa produzione di energia, a parità di potenza nominale erogata, servono dai tre ai quattro impianti eolici per ogni centrale nucleare. Secondo punto: lo spazio. In un paese come l’Italia, in cui per la conformazione orogeografica non abbondano certo le aree, sarebbe necessario immaginare impianti di produzione energetica che occupino la minore superficie possibile.

Quanto è grande una centrale nucleare? Ogni impianto da 6,4 Gw di potenza occupa all’incirca 16 chilometri quadrati che, moltiplicati per quattro, danno 64 chilometri quadrati. Un impianto eolico invece, proprio perché non produce energia per l’80% del tempo, ma solo per il 20-25%, dovrà avere una potenza nominale quattro volte superiore a quella di una centrale nucleare. Un impianto eolico da 25 Gw (che produrrà, per le ragioni sopra indicate, la medesima energia della centrale nucleare da 6,4) avrà bisogno di 10.000 pale eoliche e di una superficie di circa 4000 chilometri quadrati.

Ancora, si è tanto parlato ambiente, sostenendo che le centrali nucleari inquinano enormemente di più degli impianti eolici. Ma ogni torre eolica è alta circa 100 metri ed impiega 1100 tonnellate di cemento, acciaio e alluminio, con un impatto ambientale davvero significativo.

Non è tutto. Si è tanto parlato della durata delle centrali nucleari (circa 40 anni, dopodiché vanno smantellate), sostenendo che esse siano troppo poco longeve per poter essere oggetto di un investimento tanto oneroso: ebbene, la durata di un impianto eolico è circa la metà. Infine i costi: quattro centrali nucleari sarebbero costate all’Italia 35 miliardi di euro in quarant’anni. L’eolico sarebbe costato esattamente la stessa cifra ma in vent’anni. E l’idea di dover raddoppiare gli investimenti non sembra particolarmente allettante. Detto questo, è sciocco pensare al nucleare come fonte sostitutiva di altre, ma come una delle fonti di produzione di energia. Nucleare e rinnovabili sono cugini primi. Solo che ora le rinnovabili sono rimaste sole. Allora, abbiamo davvero fatto un buon affare?

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