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La vicenda politica di Giovanni Leone

Non abilitati alla riabilitazione

Le dimissioni da Presidente furono frutto di uno scandalo. Responsabilità non accertate

di Davide Giacalone - 27 novembre 2006

Raccontando il viaggio del Presidente Napolitano a Napoli i giornali, riferendo della scopertura di un busto dedicato a Giovanni Leone, hanno scritto che l’attuale inquilino del Quirinale ha “riabilitato” quel suo predecessore. Non si tratta solo di un errore, di una cretinata, ma di un autentico abominio. Ripetendo quella frase fatta i giornalisti hanno mostrato di avere la mente ingabbiata nel conformismo fascistoide e velinaro.
Intanto Giovanni Leone non abbisogna di riabilitazione, istituto culturale tipico dei sistemi dispotici. Non ne ha bisogno perché la sua vicenda politica può essere giudicata in modi diversi, come tutte le vicende politiche, ma la sua uscita di scena avvenne per l’agitarsi di uno scandalo, quello per l’acquisto degli aerei Lockheed, nel quale non ebbe responsabilità accertate e per il quale alcuni suoi stessi accusatori dovettero ammettere di essere andati oltre il segno. L’agitarsi di quello scandalo lo costrinse alle dimissioni da Presidente della Repubblica, dopo che vi era giunto da senatore a vita, ed a seguito di un lungo ed infruttuoso susseguirsi di scrutini. A chiederne le dimissioni fu il partito comunista italiano, che le ottenne nel 1978. In quell’anno (e per molti anni ancora, fino alla fine) quel partito era largamente, continuamente e condizionatamente finanziato con dollari sporchi di sangue provenienti dall’Unione Sovietica, vale a dire da un Paese nemico della libertà, della pace, affamatore del suo popolo ed incarnazione della dittatura comunista. Che sia chi allora militava in quell’errore a riabilitare chi se ne tenne fuori e distante è cosa, per l’appunto, abominevole.
La storia, naturalmente, la si scriverà con animo sereno, e racconterà anche degli errori di Leone. Ma la pagina scritta a Napoli non appartiene al libro della storia, bensì a quello dell’ipocrisia, della mala fede e della cattiva coscienza. In un Paese libero nessuno è abilitato a riabilitare, specie se chi pretende di farlo era dalla parte del torto ed il presunto riabilitato da quella della ragione.

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