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In Campania nessun Comune offre servizi online

New economy e Sud: rapporto possibile?

Le nuove tecnologie sono un’opportunità di sviluppo. Purché non ci si speculi sopra

di Alfonso Marino - 10 febbraio 2006

L’Istat sottolinea la notevole perdita occupazionale nel Sud. L’incrocio con i dati sulla qualità dei servizi per regione evidenzia una perdita di posizione nelle stesse aree dove cala l’occupazione. Il Sud è colpito due volte: scarsa qualità dei servizi e perdita di occupazione.

E’ utile approfondire il tema dei servizi, quelli tradizionali da innovare, ad esempio gli enti locali. Per gli enti locali il tema è la new economy, ovvero il continuo migliorare l’erogazione dei servizi pubblici, la partecipazione alle decisioni dei cittadini, le relazioni interne tra le amministrazioni e con le imprese. Il fascino è quello della tecnologia che spiega, trasforma e rende partecipi. La tecnologia valida in sé e per sé che apre le porte ad una società nuova.

Gli enti locali hanno vissuto e vivono la tecnologia come opportunità, ma il cambiamento è visibile? Controllo banale: collegatevi ai siti dei comuni meridionali e verificate che il dato è simile nell’intero Sud. Non è possibile compilare la pratica on line e inviarla. In alcune regioni come la Campania, nessuno dei 551 comuni offre questo servizio previsto dal Ministero per l’Innovazione e rafforzato dai finanziamenti por (piani operativi regionali). Inoltre gli enti locali del mezzogiorno con una media di 5000 abitanti sono oltre il 60% del totale e non devono possedere tecnologie così spinte.

Interventi uguali per situazioni diverse non creano qualità. In molti casi, nei comuni di dimensioni minori, l’informazione interna e all’utenza si sviluppa con software di base in dotazione e spesso le azioni devono essere rivolte al recupero dell’evasione contributiva dei cittadini. Questa è la cassa di breve e medio periodo del comune. Era utile stabilire una premialità per i comuni che raggiungevano quest’obiettivo. Gli enti locali sono stati coinvolti ma nella sostanza la relazione con gli utenti e le imprese non si è modificata.

Inoltre la gestione degli interventi, il controllo dei finanziamenti, richiede la nascita di organismi appositi. La crescita della burocrazia dei professionisti è notevole. La burocrazia dei professionisti, come evidenziato dai dati ultimi della Corte dei conti, si concentra in consigli di amministrazione, nuclei di valutazione, collegi sindacali, revisori dei conti. Anche nelle regioni del Sud il rischio è questo: la new economy crea la cortigiana economy e minimi cambiamenti positivi. La burocrazia dei professionisti creata dagli amministratori locali, dai partiti locali è la cortigiana economy. La corte premiata per l’appartenenza e non per il valore delle persone. La creazione della corte si palesa in tre comportamenti. Il primo attiene all’organizzazione degli interventi: sono possibili con apparati burocratici leggeri e fortemente orientati al risultato, ci deve essere questa contemporanea disponibilità. Il secondo è legato alla attuazione dei programmi che sono sempre più il risultato di adattamenti tra soluzioni disponibili, all"interno di alleanze contingenti in forte evoluzione. Il terzo è legato all’attivazione di interventi che in fase di proposta richiamano concetti quali sviluppo, qualità della vita e se implementati corrispondono ad interessi materiali di gruppi di potere trasversali.

Le conseguenze della cortigiana economy sono palesi: crollo dell’occupazione e della qualità dei servizi erogati. Le politiche per l’innovazione degli enti locali sintetizzano ancora una volta ambiguità in attesa di risultati robusti e immediati. Sviluppo possibile? Provate ad aggredire questi tre comportamenti che presentano una stratificazione economica, culturale e temporale notevole. Innovare nel Mezzogiorno significa partire dalle vecchie problematiche non risolte, oppure diteci che non si può, ma spiegateci perché.

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