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Problemi con la giustizia e con i giudici

Napolitano Presidente di malagiustizia

Il Quirinale nel caos della mattanza giudiziaria. Chi invitare al dialogo? Questo è il problema…

di Davide Giacalone - 26 luglio 2007

Napolitano ha un problema serio, con la giustizia. Spiace osservarlo, ma dal Quirinale si sta facendo un pessimo lavoro, e non mi riferisco solo al caso delle recenti critiche alla Forleo. Nel mentre la riforma dell’ordinamento giudiziario era in discussione, Napolitano invitò al dialogo. Ma con chi? Difficile che a dialogare fosse l’opposizione, visto che quella legge è destinata a sostituirsi all’altra appena approvata dal centro destra. Né la legge Castelli né la Mastella contengono quel che dovrebbero, ovvero la separazione delle carriere e la promozione per merito, ma la seconda è peggiore della prima, oltre che politicamente indirizzata a colpire una riforma del centro destra.

E, allora, con chi il governo avrebbe dovuto dialogare, secondo Napolitano? Con i magistrati, che minacciano lo sciopero e neanche lo fanno, visto che vengono prontamente accontentati. Se al Quirinale si leggesse più assiduamente la Costituzione si sarebbe dovuti intervenire per dire che lo sciopero del magistrati, destinato a condizionare una legge, ha un ché di insurrezionale, oltre che di deviato. Ma le cose sono andate all’opposto. Prima ancora Napolitano si era speso per bloccare la nomina di Carbone a presidente della Cassazione, e nel gennaio scorso, dopo avere, con la sua sola presenza al Csm, evitato quell’elezione, lo stesso Napolitano non volle che quel magistrato tenesse il discorso d’apertura dell’anno giudiziario. Carbone fece ricorso, ha vinto in tutte le sedi, ed oggi è presidente, con il solo dissenso, ma guarda un po’ i casi della vita, della sinistra giudiziaria di magistratura democratica.

L’ordinanza della Forleo, infine, è censurabile perché, in sé e per il modo in cui la stampa se ne impadronisce, ridicolizza la presunzione d’innocenza. Ma quell’atto è del tutto uguale a migliaia di altri, verso i quali non si sono sollevate proteste. Napolitano non ha mai obiettato da Presidente della Repubblica, e non lo fece da presidente della Camera, quando rimase ad assistere, inerte e complice, alla mattanza giudiziaria, naturalmente senza condanne, e neanche processi. Mettete assieme questi tre elementi ed avrete il quadro di una Presidenza che al peso del presente aggiunge quello del passato, non riuscendo a svolgere alcun ruolo di garanzia e rappresentanza generale.

Pubblicato su Libero di giovedì 26 luglio

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