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Le terapie da pronto soccorso non servono a nulla

Napoli: L’ora delle scelte è adesso

Una politica che si barcamena, cercando di rappresentare tutti è responsabile degli insuccessi

di Davide Giacalone - 22 novembre 2010

Se il problema fossero le bizze di un ministro, la cui carriera è stata fulminante e totalmente dovuta all’essere ben voluta dal capo della coalizione vincente, nonché attuale presidente del Consiglio, la faccenda sarebbe facile: o la si riporta alla ragionevolezza o se ne fa a meno. Non casca il mondo. Ma il problema non è questo, ed è fuorviante sia lasciarsi distrarre dalle tante malevolezze che la sua nomina portò con sé, sia dai non disinteressati appoggi di cui la ricoprono gli stessi che la dipinsero in modo certo non lusinghiero. La sostanza è ben diversa.

Per rendersene conto basta pensare al recente passato, quando la Campania era interamente nelle mani della sinistra e quando la sinistra stessa si dilaniò sul sempre uguale tema: la gestione della spazzatura. Antonio Bassolino e Vincenzo De Luca, entrambe del Pd, presidente della Regione uno e sindaco di Salerno l’altro, se ne dissero di tutti i colori.

Volarono anche accuse di connivenza con la camorra. Uno schema, insomma, uguale a quello che ora si ripete, sebbene nell’altra parte dello schieramento politico. Anche allora il presidente della Regione era dotato di grandi poteri, essendo commissario straordinario (fu anche ministro), ma questo non contribuì minimamente a risolvere il problema. Nel frattempo s’è spesa una valanga di soldi ed è ripetutamente intervenuta la protezione civile, per liberare le strade dallo sconcio e dal pericolo della spazzatura. Tutto questo dovrebbe aiutare a capire che il problema non è quello di uno scontro fra prime donne (o ballerine di fila), non è quello dei poteri e non è quello dei soldi. O, meglio, i problemi sono quelli dei poteri e dei soldi, ma perché non riescono ad imporsi alla forza degli interessi che trovano utile lasciare aperta, per l’eternità, l’emergenza rifiuti. Che è grottesco chiamare “emergenza”, visto che è una piaga stabile.

La responsabilità di ciò è politica. Valeva per la sinistra, vale oggi per la destra. Se le scelte governative, ai vari livelli amministrativi, sono contrastate da presenze politiche avverse, all’interno dello stesso schieramento, tocca a chi dirige la baracca fare una scelta di campo. Così come è responsabilità dell’opposizione, quella di ieri e quella di oggi, cavalcare il caos indotto da chi si arricchisce alle spalle del disastro al solo scopo di indebolire gli avversari, dimostrando miopia politica e miseria morale.

Le ecoballe dovevano essere una soluzione, furono un modo per arricchire la camorra che affittava i terreni dove conservarle. I termovalorizzatori possono essere la soluzione, ma si deve realizzarli, farli funzionare a pieno regime e alimentarli con la raccolta differenziata. Le discariche non sono e non saranno mai la soluzione, ma sono l’unica cosa che funziona veramente, sommergendo le zone e le popolazioni vicine con i mali non sanati della conurbazione partenopea. Una politica che si rispetti compie una scelta e la impone, anche con la forza. Una politica che si barcamena, cercando di rappresentare tutti, i cittadini e i profittatori, è, al contrario, responsabile degli insuccessi.

Il governo ha fatto molto, due volte intervenendo e sgomberando. Ma quella è una terapia da pronto soccorso, non la soluzione del problema. Ora tocca al partito di maggioranza relativa scegliere, tanto più che si tratta di un partito fortemente centralizzato, in cui molti non hanno il potere di uno. Ciascuno può evitare sceneggiate, e chi ha antichi dissapori da risolvere si rechi in cortile. L’ora delle scelte è adesso. Subito.

Pubblicato da Il Tempo

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