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L'Italia da cambiare

Monti è un patrimonio da non disperdere

Sempre più indifferibile ma impervia la via per il rinnovamento del Paese

di Enrico Zanetti - 08 dicembre 2012

Sarà una coincidenza, ma è sufficiente che Silvio Berlusconi si riaffacci sulla scena politica perché si rideterminino scenari di contrapposizioni tanto forti quanto sterili e di bagarre permanente, in linea con quanto accaduto negli ultimi anni.

Berlusconi e" indignato per il fatto che soltanto pochi all"interno del PDL lo difendono a spada tratta dalle critiche e dalle ilarità che accompagnano la sua ridiscesa in campo, nonostante, come lui stesso ha voluto sottolineare per l"ennesima volta, siano invece moltissimi quelli che ha creato lui, che senza lui nulla sarebbero stati e che a lui devono dunque tutto.

Lo scollamento dalla realtà e" tale da non far comprendere che simili esternazioni indignano molto di più noi, comuni cittadini, che capiamo ormai sin troppo bene perché, nei suoi lunghi anni di governo, Berlusconi abbia preferito creare dal nulla gente che senza di lui nulla appunto sarebbe stata, invece che selezionare gente valida che sarebbe riuscita a combinare qualcosa di buono nella vita e per il Paese anche senza (o, forse, sarebbe meglio dire nonostante) lui.

In tutto questo, e" a dir poco logico che Pierluigi Bersani espliciti con entusiasmo la sua voglia di sfidare proprio Berlusconi: come recita un famoso spot, gli piace vincere facile. Il Paese ha invece bisogno che, se proprio vittoria dovesse essere, sia una vittoria politicamente sofferta e non una per mancanza di competitor seri e, se non addirittura piacevolmente credibili, quanto meno non palesemente incredibili.

Da questo punto di vista, la capacità di coniugare voglia di rinnovamento e al tempo stesso rifiuto di populismi ancora peggiori di quelli berlusconiani costituisce il fondamento su cui deve provare a costruire una società civile che voglia porsi come alternativa sia all"insieme dei partiti, sia al voto di protesta o al non voto.

Una società civile che, con realismo, può magari anche valutare di imbarcare, in posizione di minoranza e defilata, pezzi sani di una politica che marcia addirittura per intero non è, ma deve assolutamente evitare che questo realismo la travolga al punto dal finire col diventarne succube.

Gli inviti rivolti da Casini e Fini ai moderati della società civile fanno rabbrividire: dovrebbero al più ringraziare la loro buona stella se mai dovessero venire loro invitati; e pure se ciò avvenisse a stringenti condizioni finalizzate ad evitare che un"operazione di rinnovamento selettivo si trasformi in una di riciclaggio spudorato.

Il rinnovamento delle persone, la discontinuità politica e la stagione delle riforme istituzionali, proprio perché stravolgenti nel loro insieme e contemporaneità, potrebbero senza dubbio trarre notevole giovamento, soprattutto nel rapporto con l"estero, dalla credibilità che accompagna la persona di Mario Monti.

Deve però essere chiaro che questi obiettivi non si possono perseguire mettendosi come ordinati soldatini dietro a Monti, bensì chiedendo a Monti la generosità di mettersi lui davanti a chi intende perseguire questi obiettivi.

Al di la" di quanto di buono e" stato fatto in questi ultimi dodici mesi e quanto invece avrebbe potuto essere fatto meglio o in maniera differente, Mario Monti rappresenta oggi un patrimonio di credibilità da non disperdere, almeno quanto una parte non marginale del suo governo, eccessivamente sbilanciato nella sua "composizione di emergenza" sugli alti burocrati di Stato, rappresenta invece un patrimonio assolutamente da disperdere.

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