Modesta proposta, in tre mosse, per prevenire...
Alcuni consigli per salvare l'Italiadi Angelo Romano - 07 gennaio 2012
La prima e più salutare cosa da fare era quella di abbattere il debito, partendo dalla cosiddetta "proposta Guarino". Organizzare un fondo, metterci dentro le partecipazioni azionarie dello Stato e buona parte del patrimonio immobiliare, affidarlo a manager capaci di renderlo altamente produttivo, appetibile e trasparente, offrire in concambio quote del fondo ai possessori di titoli di Stato e al mercato Una siffatta operazione avrebbe potuto (e potrebbe) più che dimezzare il debito, evitando inutili ulteriori sacrifici ai cittadini. La seconda: aggredire i costi della democrazia. L"Italia non può più permettersi venti regioni spendaccione e inefficienti (ne basterebbero cinque a scala europea), migliaia di comuni, molti con poche centinaia di abitanti, tutti incapaci di raccordarsi tra loro, attraverso le Unioni di comuni, per ottimizzare spese e servizi (e in questo ruolo le Province potrebbero nascere a nuova ed utile vita), centinaia di Consigli circoscrizionali, autorità cosiddette indipendenti che costano più del Parlamento, decine di enti inutili, migliaia di partecipate assolutamente improduttive, un finanziamento eccessivo dei partiti e i troppi privilegi della "Casta".
La diminuzione del numero dei parlamentari é un falso problema, uno specchietto per le allodole il cui risultato sarebbe solo una lesione della rappresentatività e la creazione di una "Supercasta" ancora più proterva. La terza: dimagrire lo Stato. Nella piccola ma efficientissima, Svizzera lo Stato assorbe soltanto il 10% del Pil, nonostante venti Cantoni e uno Stato confederato, da noi almeno il quadruplo. Fatto questo ridurre le tasse e le odiose accise e liberalizzare, liberalizzare, liberalizzare. Poi eleggere una Costituente per riscrivere la Costituzione e riformare davvero. Solo così non muore l"Italia.
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Società Aperta è un movimento d’opinione, nato dall’iniziativa di un gruppo di cittadini, provenienti da esperienze professionali e politiche differenti, animati dalla comune preoccupazione per il progressivo declino dell’Italia, già dal lontano 2003, quando il declino dell’economia, almeno a noi, già era evidente come realtà acquisita. L’intento iniziale era evitare che il declino diventasse strutturale, trasformandosi in decadenza. Oltre a diverse soluzioni economiche, Società Aperta, fin dalla sua costituzione, è stata convinta che l’unico modo per fermare il declino sarebbe stato cominciare a ragionare, senza pregiudizi e logiche di appartenenza, sulle cause profonde della crisi economica italiana e sulle possibili vie d’uscita. Non soluzioni di destra o di sinistra, ma semplici soluzioni. Invece, il nostro Paese è rimasto politicamente paralizzato su un bipolarismo armato e pregiudizievole, che ha contribuito alla paralisi totale del sistema. Fin dal 2003 aspiravamo il superamento della fallimentare Seconda Repubblica, per approdare alla Terza, le cui regole vanno scritte aggiornando i contenuti della Carta Costituzionale e riformulando un patto sociale che reimmagini, modernizzandola, la costituzione materiale del Paese. Questo quotidiano online nasce come spin-off di Società Aperta, con lo scopo di raccogliere riflessioni, analisi e commenti propedeutici al salto di qualità necessario