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L'autobiografia di Stefano de Luca

"Mi chiamavano onorevolino"

Profilo di un liberale sicialiano

di Luca Bagatin - 04 aprile 2011

"Mi chiamavano onorevolino" è la recente autobiografia edita da Rubbettino e scritta da Stefano de Luca - Segretario nazionale del Partito Liberale Italiano - con l"emblematico sottotitolo "Profilo di un liberale sicialiano".

Stefano de Luca, classe 1942, siciliano doc, è uno dei pochi capitani coraggiosi che, dal 1997 ad oggi, sta portando ancora avanti la bandiera politica che fu di Benedetto Croce e Luigi Einaudi. In questa autobiografia è percepibile quell"entusiasmo tipicamente siculo che pervade il Nostro.
Cresciuto in un ambiente famigliare tutto sommato benestante, discendente da una famiglia aristocratica di Palermo di tradizione liberaldemocracia e risorgimentale, Stefano de Luca bambino respira già in casa il clima politico che lo porterà, molti anni dopo, a sedere in Parlamento. Lo chiamavano, infatti, "onorevolino", per questa sua passione nel giocare - con le sue cugine ed i suoi compagni di gioco - ad inscenare improbabili comizi del Partito Liberale, con tanto di bandiera tricolore esposta.

Sarà così che, studente universitario, inizierà a frequentare i circoli della Gioventù Liberale Italiana ed a distribure il loro piccolo giornale dal significativo titolo "Controcorrente". "Mi chiamavano onorevolino" non è, ad ogni modo, la classica e noiosa autobiografia di quei politici consumati e grigi che ci si potrebbe abitualmente attendere.

Diversamente, è un concentrato di aneddoti ed un succedersi di avventure galanti che hanno visto protagonista il nostro Stefano de Luca, che si racconta senza risparmiarci alcun avvenimento della sua vita privata più intima. Uno spaccato dell"Italia dagli anni "50 agli anni "70, dei luoghi di ritrovo della mondanità di allora e delle passioni che hanno sempre accompagnato il de Luca: i cavalli e la barca a vela in primis. Oltre che le belle donne. Non manca la politica, certo, che però non è la protagonista principale del volume.

Stafano de Luca racconta il PLI ed i suoi protagonisti: da Malagodi a Renato Altissimo di cui fu stretto collaboratore. La sua esperienza di governo come Sottosegretario al Ministero delle Finanze e la caduta rovinosa dei partiti democratici e di governo a causa della falsa rivoluzione giustizialista di Tangentopoli, che distrusse un"intera classe dirigente. Lo scioglimento, dunque, di quel Partito Liberale Italiano che aveva faticosamente costruito il filosofo Benedetto Croce nel 1943.

Stefano de Luca ne uscirà, ad ogni modo, senza macchia e nessun addebito giudiziario a suo carico. Si avvicinerà, come ci racconta, prima a Sivlio Berlusconi, visto che sarà - nel 1994 - l"unico politico a proporre la Rivoluzione Liberale e quindi un partito liberale di massa.

De Luca sarà dunque eletto europarlamentare nelle file dell"Unione di Centro, esperienza che definirà deludente anche a causa dell"eccessiva burocrazia di Bruxelles e dell"astrusità dei riti che si consumano tutt"ora in seno ad un Parlamento Europeo praticamente inutile. Stefano de Luca ci racconta poi la delusione nei confronti della politica populista ed inconcludente di Berlusconi, che mai attuerà quella tanto osannata Rivoluzione Liberale.

Sarà così che, nel 1997, deciderà di rifondare il PLI in posizione autonoma ed anticonservatrice al punto che, nel 2008, si candiderà a premer con liste autonome (e, per inciso, otterrà anche il mio voto).

Stefano de Luca è e rimarrà un "onorevolino", come ci ricorda anch"egli. Orgoglioso del suo aver vissuto appieno la vita, senza rimpianti e con il coraggio di chi ha da sempre la coscienza a posto. A differenza della classe politica di oggi, cresciuta nel nulla, mediocre ed improvvisata. Destinata certamente ad un lento, inesorabile oblìo.

www.lucabagatin.ilcannocchiale.it

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