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Cultura giustizialista e code di paglia

Magistratura: rotazione e confusione

Abbiamo bisogno di procure altamente professionalizzate

di Davide Giacalone - 21 gennaio 2009

C’è una parte della sinistra che s’è specializzata nel sostenere cose indicibili, che suppone siano nella mente di certa destra. Se c’è una cosa di cui nessuno, tranne i delinquenti, sente il bisogno è di fermare la giustizia o tagliare le unghie ai magistrati. Semmai, da molti anni, s’avverte l’urgenza di farla funzionare e renderli responsabili. Ad impedirlo ci sono le incrostazioni corporative, la cultura giustizialista e le code di paglia.

Capita che, volendo salvare capra e cavoli, mettendo la toga ad entrambe, si liberi la fantasia e se ne dicano di ogni tipo, irrorando le trovate con l’appiccicosa giulebbe del dialogo fra gente che pensa poco e parla tanto. Prendo in esame due soli punti, fra gli altri trapelati quali contenuti di un congiunto convegno di Italianieuropei e Liberal: magistrati che ruotano ed azione penale indeterminata.

Secondo i pensatoi, le carriere dei magistrati non andrebbero separate, com’è in tutto il mondo civile, ma ciascuno deve ruotare, cambiando funzione ogni tanto. Una via di mezzo fra la cretinata allo stato puro e l’imitazione di un doroteismo per minorati. Abbiamo bisogno di procure altamente professionalizzate, e non si può pensare di affidare per tre anni le indagini sul traffico internazionale di droga ad un signore che poi mandiamo a giudicare i pedofili, per mettere al suo posto un collega che si dedicava alle bancarotte bancarie.

Chi dice di queste cose si divide in due categorie: a. i fregoliani, ovvero quelli che nella vita hanno provato tutte le casacche ed idee, talché si sono convinti sia facile alternarle; b. i coerenti, che fecero fuori Falcone dalla procura antimafia, ed ora vorrebbero che nessuno si specializzi nella materia.

Gli stessi sostengono: non aboliamo l’obbligatorietà dell’azione penale, sconosciuta nei sistemi di tipo accusatorio, ma consegniamo al Parlamento, al Csm, al governo o non so a chi altro l’onere di stabilire la graduatoria d’urgenza. Ma se perseguire i reati è comunque obbligatorio, che ci facciamo, con la graduatoria? Significa che taluni indagheranno su reati che nessuno giudicherà, con perdita di tempo e denaro. Salvo poi ruotare.

Proposta: ruotino loro, provino l’ebbrezza di passare qualche anno, anche pochi, a studiare e lavorare, senza il seggio con cui finanziare il vaniloquio.

Pubblicato su Libero di mercoledì 21 gennaio

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