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Uno sciopero minacciato fa cedere il governo

Magistrati, due toghe e due misure

La separazione delle carriere è considerata normale ed ovvia in tutto il mondo civile

di Davide Giacalone - 18 luglio 2007

E’ bastato che i magistrati abbiano minacciato uno sciopero perché il governo sia corso, braghe appena trattenute, ad assicurare ogni possibile cedimento. Gli avvocati lo sciopero lo stanno facendo, ma la notizia neanche arriva sui giornali. I magistrati trovano consensi a destra ed a sinistra, quando si oppongono a quella separazione delle carriere che è considerata normale ed ovvia in ogni parte del mondo civile. Chi, invece, vuol sostenere che la giustizia italiana fa schifo, costituisce un costo enorme per la collettività, ci rende incivili e ci degrada al fondo di qualsiasi classifica, viene considerato con sufficienza, neanche ascoltato. Tanto dice cose che si sanno di già, trite e ritrite.

La scorsa legislatura, a maggioranza di centro destra, varò diverse leggi ma una sola riforma relativa alla giustizia: l’ordinamento giudiziario. Questa legislatura fa esattamente la stessa cosa. Il problema della giustizia, per i politici italiani, consiste in come fanno carriera i magistrati. Che, poi, quotidianamente si macelli il diritto nelle aule giudiziarie e nelle procure, è considerato fatto secondario, forse ineluttabile. Le toghe dei magistrati pesano, perché da ordine si sono trasformati in potere e costituiscono una minaccia diretta per la stabilità del governo. Le toghe degli avvocati non contano nulla, perché non possono bloccare una giustizia già bloccata e possono arrecare danni solo ai propri clienti, non a chi governa. La situazione è in stallo, e non cambierà nulla perché mancano forze politiche, professionali, morali capaci d’imporsi. I cittadini riprendano l’iniziativa e denuncino lo Stato.

Non ai magistrati italiani, sarebbe inutile, ma a quelli europei. Possiamo farlo, dobbiamo. Un Paese non vive senza giustizia, e quella italiana non è tale. La settimana prossima pubblicheremo le istruzioni per la denuncia, tentando così di smuovere una politica cieca ed insensibile, succube dei corporativismi e timorosa dei ricatti. A Strasburgo l’Italia dovrà essere seppellita dalle condanne, in modo da interrare per sempre il mostro della malagiustizia. I magistrati ottengono quel che vogliono annunciando la serrata della giustizia, ci si occupa solo di loro, è ora che siano i cittadini, altrimenti soggetti inesistenti, a mettere mano alle armi del diritto.

www.davidegiacalone.it Pubblicato da Libero di mercoledì 18 luglio

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