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Elezioni francesi e crisi delle rappresentanze

Lo scenario di Todd per l’Eliseo

Francia laboratorio degli Stati Uniti d’Europa. Dove la politica si misura col territorio

di Antonio Gesualdi - 21 marzo 2007

Anche se potrà apparire delirante, non andrebbe comunque sottovalutata la predizione di Emmanuel Todd secondo il quale i francesi - e quindi tutti noi europei - vanno incontro ad una "immensa sorpresa". Todd è uno studioso serio che ha predetto il crollo dell"Unione Sovietica quando tutti gli ridevano dietro. E" uno che ha predetto la globalizzazione e la stagnazione dell"economia occidentale e la vittoria del primo Chirac. Todd ha detto che Bayrou è come Prodi: "uno che sta facendo naufragare la sinistra italiana. E che sul piano economico è l"assenza dell"immaginazione al potere".

E" uno storico, demografo, politologo e antropologo. Insomma è un intellettuale serio. L""immensa sorpresa" di Todd è la prospettiva di un secondo turno tra Le Pen e Royal e la successiva presidenza Le Pen. Che ne sarebbe, in questo caso, della Francia e dell"Europa? E di noi? Facciamo finta di essere nella fantapolitica, ma sempre meglio dibattere di questo che dei trans del dottor Sircana o delle sventure della famiglia delle signore Anna Falchi o Nina Moric, no?

Il ragionamento di Todd io lo leggerei in questo modo: 1) la posizione attuale di Sarkozy, per contrastare non solo la Royale, ma anche Bayrou, - che non sono certo nuovi alla politica - è quella di uno scivolamento verso destra. Dunque se Sarkozy vorrà vincere non avrà altra scelta che trovare un qualche accordo con Le Pen. A quel punto la sinistra va completamente fuori gioco. La destra, quindi, sarkoziana-lepeniana, governerà la Francia del Duemila e di Europa non se ne parlerà più. Forse neppure più di euro. 2) Il sondaggismo sta tenendo in percentuali troppo basse le preferenze su Le Pen rispetto alle elezioni precedenti e ai risultati - veri - sul trattato costituzionale europeo. E" il segno che la classe dirigente, l"oligarchia rintronata, sta tentando di forzare il suffragio universale perché è in stallo. Sa che può perdere. E, infatti, il Presidente Chirac - che è dello stesso partito di Sarkozy - c"ha messo un paio di settimane per decidere quale candidato appoggiare.

Questa strategia implica reazioni di piazza, tipo le banlieus che abbiamo già visto, e che non erano una questione di immigrazione, ma piuttosto di identità di giovani-immigrati-francesi. I sondaggi lavorano sull"opinione - media - delle classi medie, non su quelle popolari. Di fatto oggi i tre candidati maggiori si dividono soltanto il 50% del consenso sondaggistico. Dove sono tutti gli altri? Nella sottostima del consenso a Le Pen che non al 12%, ma potrebbe aspirare, tranquillamente, al 20-25%. Vale a dire in testa al primo turno. E dunque al secondo turno c"è una qualche riedizione del 2002: Royal-Le Pen o Bayrou-Le Pen. Nel primo caso la Royal non ha nessuna chance. Non la vota l"elettorato di destra. Nel secondo caso Bayrou potrebbe farcela. Insomma sia nell"ipotesi 1), sia in quella 2) il Fronte Nazionale francese può aspirare alla presidenza della Repubblica.

Previsioni che turbano, se si pensa alla vicenda lepenista e a ciò che rappresenta. Ma che turbano ancora di più se si pensa di come la classe dirigente europea sia finita in un "cul de sac". L"errore di un"Unione europea fatta col denaro piuttosto che con le idee. La rincorsa alla Gran Bretagna che, mai, entrerà nel consesso comune. La fibrillazione italiana sottoposta al sadomonetarismo della Bce e l"ostinazione tedesca al pangermanesimo verso l"est a scapito di tutto e di tutti. L"arroccamento degli stessi francesi. Sarkozy pesca nello stesso elettorato di Bayrou che, a sua volta, pesca nello stesso della Royal. Chi ci guadagna è solo Le Pen che avendo elettori popolari e non ben misurati dai sondaggi, si riveleranno solo al voto.

Le Pen è l"unico candidato "protezionista-nazionalista" e critico verso l"Unione europea. E" l"unico che si distingue dagli altri per aver votato "non". E" l"unico che può far "saltare la baracca". Non solo, ma mentre tutti cercano di "correre al centro" si finisce, tutti, per parlare di "crisi del sistema" di fare "proposte anti-sistema" e di dare corda all"unico che su questi temi ha vissuto negli ultimi vent"anni: Le Pen. Il quale, a sua volta, viene automaticamente "ri-centrato". E quindi reso possibile candidato anche per una buona fascia di classe media. Le Pen, infatti, è passato immediatamente da concezioni razziste e nazionaliste a risvolti più morbidi di xenofobismo arrivando perfino ad usare belle giovani immigrate nei suoi manifesti elettorali. Ora entrerà pesantemente in scena nella campagna elettorale. Ha pure detto che è disponibile alla "coabitazione". Se lo vorranno i francesi.

Il ballottaggio alla francese, quindi, è in crisi, senza dubbio: oggi in Francia si vota solo per decidere i veri competitori del secondo turno. E al primo turno, questa volta, non ce ne sono tre grandi, ma quattro. Una vera e propria perdita di compattezza e, soprattutto, di identità. Su questo non credo che i francesi siano disposti a farla passare liscia alla classe dirigente attuale.

Quanto alle idee riassumo, più o meno, quanto dice Todd: la sinistra anti-globalizzazione è paralizzata perché in contraddizione con l"internazionalismo e non può neppure concepire un protezionismo europeo. L"ambientalismo è assurdo perché non c"è nessuno che, in fondo, vuole la distruzione della Terra. Così come è assurdo il protezionismo lepenista applicato ad un solo paese e completamente fuori scala riguardo i processi della mondializzazione. Il centrismo alla Bayrou ha bisogno dell"una e dell"altra sponda, ma se queste sono fiaccate non se ne fa niente e il sarkozismo è la fine del gollismo. L"Europa c"è sempre stata, ma non si vuol capire che arriva fino alla Russia e che è fatta di popoli antropologicamente diversi, quindi è di Stati Uniti d"Europa che bisogna parlare.

E in questo quadro riscoprire la sovranità delle sovranità e mettere tutta l"Europa in condizioni di competere con i grandi giganti (Cina, India, Brasile) e gli Stati Uniti, ma proteggendone il mercato interno di 500 milioni di abitanti. Solo la definizione del territorio e delle politiche che all"interno di questo possono agire - quindi non la globalizzazione o il governo del Mondo - può ridare slancio e rilancio delle economie. Il problema che si pone a noi è: che coabitazione pensiamo, nel caso, i cugini d"oltralpe dovessero decidere di scegliere monsieur Le Pen quale loro Presidente?

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