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E dopo Mastella è la volta di De Magistris

Le storiacce della malagiustizia

Con un meccanismo di giustizia così profondamente malato l’Italia non può andare avanti

di Davide Giacalone - 26 settembre 2007

Può darsi ci siano ottime ragioni per punire il magistrato De Magistris, ma in questa faccenda non convince quasi nulla. Non convince neanche il convergere dell’opposizione a copertura del governo, mentre ad opporsi resta il solito fronte corporativo e giustizialista. Tirate le somme, è la cultura del diritto che va ulteriormente a farsi benedire. Del caso specifico sappiamo poco, mentre non mancano esempi di procuratori che, alla ricerca di popolarità, le sparano grosse. Però, se si contesta ad un magistrato la fuga di notizie ed il rilasciare interviste, allora si dovrebbero avviare procedimenti disciplinari in massa. Non solo: si dovrebbe ricordare che c’è chi è attualmente ministro grazie all’avere praticato l’insieme di questi vizi più qualche altro.

Se ci mettiamo a far l’elenco dei casi in cui si sequestrano documenti non attinenti ai reati contestati facciamo notte, e non bastano le pagine di un’enciclopedia. Se cerchiamo di ricordare i casi in cui le notizie contenute in un avviso di garanzia si sono dimostrate lesive dell’onorabilità e della dignità degli indagati quelli che ci vengono alla mente li contiamo a migliaia. Tutto ci dice che il meccanismo della giustizia italiana è profondamente malato ed incapace di produrre ciò per cui è concepito. E’ necessario, certamente, introdurre valutazioni personali su ciascun magistrato, ma proprio per la delicatezza della funzione dovrebbero essere quanto più oggettive possibile (processi vinti, sentenze riformate, provvedimenti bocciati). Quando si parla dei procuratori è evidente che ogni provvedimento di punizione influisce sulle loro indagini, non me ne scandalizzo. Ma se le indagini riguardano il capo del governo ed il ministro proponente m’insospettisco. Chiunque essi siano.

Mettiamo il magistrato sia responsabile di tutte le accuse, e che il suo comportamento non sia un costume diffuso, il ministro propone di trasferirlo e cambiarlo di funzione. Ce lo ritroveremo a fare il giudice da un’altra parte. Roba da matti, se quello è un incapace ed un profittatore mica lo metto a giudicare, mica lo mando a far danno altrove, semmai lo butto fuori. Mastella avrà le sue ragioni, la Cdl vorrà anche corteggiarlo, ma questa è una storiaccia, che finirà male. E nessuno sembra pensare a quel che conta: la giustizia.

Pubblicato su Libero di mercoledì 26 settembre

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