Quando i “vaffa” non bastano più
Le incognite del dopo-Grillo
Il nuovo rebus dei partiti: rincorrere o frenare la protesta?di Elio Di Caprio - 24 settembre 2007
C"è un che di virtuale e di surreale – anche e non solo perchè tutto ha avuto inizio con la miccia dei blog accesa dal “popolo della rete” - in quel che sta succedendo in Italia dopo la “bomba” Grillo, a giudicare dalle tante scomposte reazioni alle scompostezze del comico.
Le manifestazioni di piazza da tempo programmate che si svolgeranno nei prossimi giorni stanno già assumendo un significato ambiguo e paradossale sull"onda lunga della protesta di massa nata in una piazza della Bologna rossa di Cofferati.
E" già gara tra chi rincorre, chi frena e chi vorrebbe dirottare la protesta ai propri fini. Da una parte c"è l"estrema sinistra che manifesterà contro il governo di cui fa parte per abolire la “legge Biagi”, dall"altra ci sarà presto la riunione di fondazione dei “circoli della libertà” di Forza Italia seguita a ruota dalla preannunciata mobilitazione d"autunno di Alleanza Nazionale per la sicurezza e contro Prodi. Ma il partito di Fini si guarderà bene dall"allargare la protesta all"ultima legge elettorale già condivisa ed ora ripudiata tramite referendum. Aspettiamo solo che Silvio Berlusconi nella kermesse dell"intera CDL programmata per il due dicembre si inventi uno slogan ad effetto per spiegare che lui ha un diritto di primogenitura sui “vaffa” del comico genovese. A ciò si deve aggiungere l"imminente conclusione del faticoso percorso del Partito Democratico che già si preannuncia, nonostante le tanto strombazzate primarie, come un opaco compromesso di vertice tra le burocrazie senz"anima del centro sinistra.
Ci voleva una scossa dopo la lunga campagna mediatica ( ancora in corso) sui costi inaccettabili della politica di cui sono responsabili in solido maggioranza ed opposizione. E la scossa è puntualmente arrivata con la foga semplificatrice del grillo parlante, subito ingigantita dalla risonanza fuori misura dei tradizionali mass media. Ma l"onda d"urto della bomba Grillo rischia di sfiorare appena il Palazzo che ha tutto l"interesse a che l"evento si consumi da solo e venga presto derubricato nel “caso Grillo”, uno dei tanti. La Camera ha appena approvato, con qualche risibile ritocco, un bilancio di spese per più di 1 miliardo di euro ed il governo Prodi, dopo l"ennesima lotta di potere che si è accesa attorno alla RAI, deve alle giravolte dell"inaffondabile Clemente Mastella che la sua crisi sia ancora virtuale e non reale.
E" questo lo spettacolo che, con o senza Grillo, è sotto gli occhi di tutti. Certamente il paradosso, la provocazione e il dileggio sguaiato alla Grillo possono facilmente deragliare dal loro sopo originario di far sentire finalmente alla casta che ci governa la campana (altro che campanello!) d"allarme che viene da un"opinione pubblica sfiduciata, a destra come a sinistra, dalle promesse che non si realizzano e dal balletto inconcludente delle reciproche accuse. E" un segnale dirompente che non si assorbirà presto, ma poi in qualche modo la palla deve tornare alla politica o a quel che resta di essa. Questo lo sanno tutti e Grillo per primo.
Quando si tratta di individuare responsabilità precise il panorama si fa più confuso e al popolo della rete non restano che lo sfogo verbale, le invettive di tutti contro tutti, il mandare a quel paese anche se stessi. Tutto può rientrare nel grande calderone della protesta, dal debito pubblico che qualcuno ha pure contratto e ancora pesa sul nostro avvenire, all"euro che ha sconvolto il tenore di vita della gran pate delle famiglie italiane, al lavoro precario o assente, all"immigrazione incontrollata, all"indulto, alla criminalità organizzata. Troppa carne al fuoco per potersi inutilmente arrovellare se una protesta senza sbocco possa avvantaggiare la sinistra o la destra o i partiti che a mala pena riescono a rappresentare se stessi. Ma c"è qualcosa che non torna nelle polemiche di questi giorni.
Quando ci si denuda per primi non si può dichiarare che il re è nudo. Lo sa Antonio Di Pietro, sostenitore di Grillo, quando dichiara apertamente la quasi inutilità del lavoro che svolge a capo del suo dicastero, lo sa Mastella che dopo un anno di governo mette le mani avanti anticipando che non andrà più in compagnia della sinistra estrema e intanto rimane ad aspettare l"occasione giusta per rompere la coalizione e salvarsi. Ma, attenzione, la rappresentazione non è finita, riserva ancora sorprese.
Il saggio Eugenio Scalfari ricorda da sinistra, tanto per fermare l"onda anti politica, che anche il fascismo voleva azzerare i partiti (come Grillo) e c"è riuscito e subito dopo fa un panegirico cripto fascista sul concetto di Stato quale “ istituzione indispensabile che conserva la sua nobiltà anche se circondato dall"immondizia”. Lui è di quelli che crede ancora nello Stato più che nei governi che passano e se ne vanta. Giuliano Ferrara, a sua volta infastidito per l"assedio al Palazzo della plebe di Grillo che non rispetta nessuno, si lascia sfuggire che dedicherebbe volentieri una puntata del suo programma televisivo al concetto di autorità troppo a lungo sottovalutato e bistrattato. Non è che per merito di un comico vengono ora alla luce nuovi e insospettati balilla di Stato, pronti a battersi per la legge e l"ordine nell"Italia del 2000? O forse non è così. E" semplicemente l" abitudine delle elites vecchie e nuove a pensare che, come dice il disincantato Cossiga nel suo ultimo saggio, gli italiani ( compresi i seguaci di Grillo) sono sempre gli altri...
E" già gara tra chi rincorre, chi frena e chi vorrebbe dirottare la protesta ai propri fini. Da una parte c"è l"estrema sinistra che manifesterà contro il governo di cui fa parte per abolire la “legge Biagi”, dall"altra ci sarà presto la riunione di fondazione dei “circoli della libertà” di Forza Italia seguita a ruota dalla preannunciata mobilitazione d"autunno di Alleanza Nazionale per la sicurezza e contro Prodi. Ma il partito di Fini si guarderà bene dall"allargare la protesta all"ultima legge elettorale già condivisa ed ora ripudiata tramite referendum. Aspettiamo solo che Silvio Berlusconi nella kermesse dell"intera CDL programmata per il due dicembre si inventi uno slogan ad effetto per spiegare che lui ha un diritto di primogenitura sui “vaffa” del comico genovese. A ciò si deve aggiungere l"imminente conclusione del faticoso percorso del Partito Democratico che già si preannuncia, nonostante le tanto strombazzate primarie, come un opaco compromesso di vertice tra le burocrazie senz"anima del centro sinistra.
Ci voleva una scossa dopo la lunga campagna mediatica ( ancora in corso) sui costi inaccettabili della politica di cui sono responsabili in solido maggioranza ed opposizione. E la scossa è puntualmente arrivata con la foga semplificatrice del grillo parlante, subito ingigantita dalla risonanza fuori misura dei tradizionali mass media. Ma l"onda d"urto della bomba Grillo rischia di sfiorare appena il Palazzo che ha tutto l"interesse a che l"evento si consumi da solo e venga presto derubricato nel “caso Grillo”, uno dei tanti. La Camera ha appena approvato, con qualche risibile ritocco, un bilancio di spese per più di 1 miliardo di euro ed il governo Prodi, dopo l"ennesima lotta di potere che si è accesa attorno alla RAI, deve alle giravolte dell"inaffondabile Clemente Mastella che la sua crisi sia ancora virtuale e non reale.
E" questo lo spettacolo che, con o senza Grillo, è sotto gli occhi di tutti. Certamente il paradosso, la provocazione e il dileggio sguaiato alla Grillo possono facilmente deragliare dal loro sopo originario di far sentire finalmente alla casta che ci governa la campana (altro che campanello!) d"allarme che viene da un"opinione pubblica sfiduciata, a destra come a sinistra, dalle promesse che non si realizzano e dal balletto inconcludente delle reciproche accuse. E" un segnale dirompente che non si assorbirà presto, ma poi in qualche modo la palla deve tornare alla politica o a quel che resta di essa. Questo lo sanno tutti e Grillo per primo.
Quando si tratta di individuare responsabilità precise il panorama si fa più confuso e al popolo della rete non restano che lo sfogo verbale, le invettive di tutti contro tutti, il mandare a quel paese anche se stessi. Tutto può rientrare nel grande calderone della protesta, dal debito pubblico che qualcuno ha pure contratto e ancora pesa sul nostro avvenire, all"euro che ha sconvolto il tenore di vita della gran pate delle famiglie italiane, al lavoro precario o assente, all"immigrazione incontrollata, all"indulto, alla criminalità organizzata. Troppa carne al fuoco per potersi inutilmente arrovellare se una protesta senza sbocco possa avvantaggiare la sinistra o la destra o i partiti che a mala pena riescono a rappresentare se stessi. Ma c"è qualcosa che non torna nelle polemiche di questi giorni.
Quando ci si denuda per primi non si può dichiarare che il re è nudo. Lo sa Antonio Di Pietro, sostenitore di Grillo, quando dichiara apertamente la quasi inutilità del lavoro che svolge a capo del suo dicastero, lo sa Mastella che dopo un anno di governo mette le mani avanti anticipando che non andrà più in compagnia della sinistra estrema e intanto rimane ad aspettare l"occasione giusta per rompere la coalizione e salvarsi. Ma, attenzione, la rappresentazione non è finita, riserva ancora sorprese.
Il saggio Eugenio Scalfari ricorda da sinistra, tanto per fermare l"onda anti politica, che anche il fascismo voleva azzerare i partiti (come Grillo) e c"è riuscito e subito dopo fa un panegirico cripto fascista sul concetto di Stato quale “ istituzione indispensabile che conserva la sua nobiltà anche se circondato dall"immondizia”. Lui è di quelli che crede ancora nello Stato più che nei governi che passano e se ne vanta. Giuliano Ferrara, a sua volta infastidito per l"assedio al Palazzo della plebe di Grillo che non rispetta nessuno, si lascia sfuggire che dedicherebbe volentieri una puntata del suo programma televisivo al concetto di autorità troppo a lungo sottovalutato e bistrattato. Non è che per merito di un comico vengono ora alla luce nuovi e insospettati balilla di Stato, pronti a battersi per la legge e l"ordine nell"Italia del 2000? O forse non è così. E" semplicemente l" abitudine delle elites vecchie e nuove a pensare che, come dice il disincantato Cossiga nel suo ultimo saggio, gli italiani ( compresi i seguaci di Grillo) sono sempre gli altri...
L'EDITORIALE
DI TERZA REPUBBLICA
Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.