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Public Policy

Il partito di Bossi rappresenta ancora il Nord

Larghe intese? Solo con la Lega

Le grandi coalizioni si devono pensare in positivo, "ad includendum"

di Antonio Gesualdi - 04 settembre 2007

Larghe intese, ma con la Lega Nord, altrimenti non ci sarà intesa.

Capisco le considerazioni di chi è preoccupato dell"andamento della politica e dell"economia nazionale, ma non per questo si debbono chiudere gli occhi di fronte all"evidenza. La Lega Nord, nonostante le sparate estive di Bossi (che anche i suoi militanti non ci credono più!), rappresenta il Nord Italia e l"asse Bossi-Berlusconi è il perno sul quale ruota la politica di centro-destra dell"intero Paese. L"abbiamo visto sul voto al referendum sul Titolo V e alle politiche del 2006: il Nord "resiste" alle politiche stataliste, dirigiste e fiscaliste impostate dalla classe dirigente catto-comunista che ha il proprio focolaio nell"Italia centrale. Su questo la similitudine tra le elezioni del 1924 e quelle dello scorso anno, per certi versi, è emblematica ed imbarazzante. Il centro-sud contro il nord. E mi fermo qui per carità di patria.

Per non parlare dell"unica proposta politica elaborata negli ultimi anni, che è quella di un Tremonti "anti-mercatistia". Una politica che nasce proprio dall"asse Bossi-Berlusconi e che non è liberista, non è statalista, tiene conto del territorio anche se nella globalizzazione, punta alla stato "minimo", ma anche ad un "protezionismo altruista" e pragmatico. Non a caso quando Tremonti era superministro dell"Economia è stato additato di colbertismo. Mentre oggi, un colbertista sopraffino come Sarkozy, viene vezzeggiato in tutta Europa. Ed è la stessa politica che aveva denunciato le devianze della Banca d"Italia faziana e l"ossessione antinflazione della Bce.

Insomma la Lega Nord non è un partito considerabile all"estremo dell"arco politico nazionale. Capisco i timori dei meridionalisti, ma è un loro grande errore fermarsi al marketing di Bossi. Nel Nordest, ad esempio, chi regge le sorti della Lega Nord, ed ha più di 40 anni, proviene dal Partito Liberale o dal Partito Repubblicano. Dunque non si potrà ragionare su nessun compromesso per il bene del Paese se resiste l"esclusione, a pregiudizio, della Lega Nord. E non a caso Bossi attacca, a modo suo, Marini che è il candidato Capo del Governo delle Larghe Intese. Insomma se il problema è politico - e così pare - non si può pensare di risolverlo con la sola esclusione delle estreme politiche: ovvero le aree che mai si sono assunte responsabilità di governo. Anche perché si dà il caso che in Italia siano stati sdoganati tutti, sia a destra che a sinistra, e dunque tutti sono legittimati al governo del Paese.

E allora le eventuali Larghe Intese non si dovranno perseguire in negativo, ad "escludendum", ma si dovranno pensare in positivo, "ad includendum". Si fanno, se si vogliono fare, con chi ci stà su una missione, su un programma, su un progetto di Paese. E si fanno sugli ideali e le visioni per il futuro, non in base alla bramosia di singoli seppure ricchi e famosi.

Se su questo Sarkozy qualcosa insegna è che, comunque sia, prima uno vince le elezioni e poi pacifica il Paese. Qui da noi, invece, si pretende che chi ha perso le elezioni sia anche in grado di tranquillizzare il Paese. La qual cosa - tutta la seconda Repubblica lo insegna - non regge!

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Terza Repubblica è il quotidiano online fondato e diretto da Enrico Cisnetto nato nel 2005 dall'esperienza di Società Aperta con l'obiettivo di creare uno spazio di commento indipendente e fuori dal coro sul contesto politico-economico del paese.